Comitato di lotta che si oppone alla devastazione del territorio causata dalla costruzione di un parcheggio sotterraneo in San Bartolomeo - Pistoia
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martedì 13 novembre 2012
Volantino
Un’opera, qualsiasi opera dell’uomo, qualora avesse in sé qualche rischio per la vita stessa
dell’uomo o anche solo del territorio, occorre rinunciarvi.
Non esiste alcuna opera talmente indispensabile da non potervi rinunciare
Quattro anni (tra il 1957 e il 1960), necessitarono per la costruzione della diga del Vajont.
E per quattro anni le popolazioni della valle del Vajont e del Piave si opposero a questa costruzione coscienti dei grossi rischi geologici legati a questa opera.
Erano forse contro il “Progresso”? Erano forse contro la produzione di energia elettrica? NO!
Erano solo contro quella specifica opera, in quella determinata zona, coscienti della criticità geologica presente.
Per quattro anni i proponenti l’opera li ignorarono, i tecnici non li vollero ascoltare.
Il 9 Ottobre 1963 furono i residenti di Longarone, Erto e altri paesi della valle a udire il nefasto rombo della frana del Monte Toc, a vedere l’acqua che invadeva e distruggeva le loro case e le loro vite.
Ai signori Morandi, Innocenti, Bruni, ai signori di Confcommercio e Confesercenti chiediamo di riuscire (almeno per una volta) a guardare oltre la punta del proprio naso.
Ci piacerebbe sapere se essi sanno cosa significa FALDA ACQUIFERA DI SUPERFICIE, cosa significa FALDA SOSPESA. Dubitiamo molto che lo sappiano e che gli possa pure interessare sapere che nella zona di San Bartolomeo (non a caso) in PANTANO la falda si trovi appena a 2,5/3 metri dal piano di campagna.
Ci diranno che i tecnici danno tutte le garanzie! Che con le tecnologie attuali si può operare anche dentro la falda (e chi lo mette in dubbio!) e tanti fatti simili.
Vogliamo ricordare a questi signori che anche a L’Aquila i giorni precedenti il 6 Aprile 2009 i tecnici, gli scenziati dettero tutte le rassicurazioni obbedendo agli ordini di Bertolaso e del Governo.
Ma la natura non segue gli ordini di un Governo degli uomini, né le rassicurazioni dei tecnici.
Sfidiamo chiunque a firmare documenti che attestino scientificamente che MAI e POI MAI si potrà verificare alcunché. Che alcun rischio idrogeologico si potrà MAI avere con l’edificazione del parcheggio interrato in San Bartolomeo. (e che sia oggi o tra 40 anni o anche tra cento poco importa)
Alla ex Breda si sta edificando un parcheggio di 400 posti, ma nessuno ne parla. PERCHE’? Ugualmente per i 300 posti del parcheggio del Ceppo che saranno disponibili a breve.
Forse non sono sufficienti questi posti, che hanno la medesima distanza dal Globo che un eventuale parcheggio in San Bartolomeo? Non vi sono sufficienti? oppure state solo sostenendo un qualche interesse (SPECULATIVO!) al di là delle stesse vostre necessità?
CHIEDIAMO A TUTTI I RESIDENTI DELLA NOSTRA CITTA’: PERCHÈ METTERE PISTOIA SOTTO UN GROSSO RISCHIO IDROGEOLOGICO SOLO PER GLI INTERESSI ECONOMICI DI POCHI ?
PERCHE’ NON SIAMO CAPACI DI CONSEGNARE AI NOSTRI FIGLI, NIPOTI E PRONIPOTI, UNA CITTA’ SICURA COME CI E’ STATA TRAMANDATA A NOI ?
Pistoia - novembre 2012
Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”
San Bartolomeo in Pantano – PISTOIA
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