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lunedì 26 novembre 2012

La Curia ci rifiuta il confronto

Alla nostra richiesta di un confronto, la Curia ci risponde, anzi risponde al socio che aveva dato l'indirizzo, forse non riconoscendo che i Cittadini si possano organizzare "oltre" le istituzioni. Ma già nella risposta negativa della Curia si legge che essi non riconoscono alcun valore ai Cittadini. Forse non si sono ancora accorti che con la Rivoluzione Francese (eppure sono passati un paio di secoli) i sudditi sono diventati Cittadini. Loro parlano solo con il Re, ma qualcuno gli può comunicare che i Cittadini hanno qualche Diritto che non avevano i sudditi? Oppure riconoscono solo il gregge obbediente al Pastore? ovviamente noi non siamo le pecorelle che loro tanto amano e siamo orgogliosi di poter e saper Pensare.


sabato 24 novembre 2012

Servilismo ?


Un giovane aderente al Comitato, spulciando su internet, ha trovato questa chicca.
Vogliamo riportarla sul nostro blog. Però non possiamo esimerci dall'esprimere un nostro parere. Sperando che non sia preso come un attacco a chicchessia.

Il signor Gasperini si riferisce al volantino che abbiamo distribuito in piazza per la festa di San Bartolomeo, almeno pensiamo. Per cui tutti possono andare a rileggerlo. Lo trovate sui post di agosto.
Al signor Gasperini chiediamo solo di specificare con precisione quale sarebbe "l'attacco vile" contro il vescovo. Chiediamo di uscire dalla vacuità ed essere più preciso negli argomenti. Altrimenti il suo è solo servilismo al Potere della Chiesa Cattolica, che nulla ha a che fare con Cristo e il suo insegnamento.
Invitiamo il signor Gasperini ad andare a leggere qualche carta, dove troverà la firma del parroco sotto la richiesta di costruzione del parcheggio. Poi lui potrà anche pensare che questo non sia una speculazione. Bontà sua! Ma non potrà certo negare chi vuole l'edificazione del parcheggio. Chi vuole utilizzare uno spazio che potrebbe avere un utilizzo sociale e comunitario per lasciare posto alle auto. Se poi lo costruiscono di legno, allora ce lo dovevano dire e non avremmo parlato di cementificazione. Se la SPA napoletana lo fa, non per soldi ma per passione, perchè si rifiutano il dialogo con noi invece di comunicarci tutte queste notizie che ci permetterebbero di avere una diversa opinione?
Comunque: ognuno legga e dia la sua valutazione!!!



Gianni Gasperini ha scritto sul diario di Seminario Di Pistoia.


24 agosto alle ore 2.14

Volevo segnalare che ieri e' uscito un nuovo articolo del "comitato no parcheggio" di San Bartolomeo su un noto blog della provincia. Le ragioni del dissenso che potrebbero anche essere giuste (che secondo loro il terreno sarebbe inadeguato per scavare) non giustifica l'attacco vile che fanno contro il nostro vescovo e il parroco accusandoli di aver detto falsita' alle persone per perseguire i loro scopi a fine di lucro e di aver abbandonato l'area degli orti dietro alla chiesa gia' in previsione del parcheggio. Cioè in pratica sono dei delinquenti. Pubblicare articoli dove si insinua in modo subdolo che il vescovo pensa tutto il giorno a come fare quattrini va più in la' della più fervida fantasia umana e ho idea che queste violenze gratuite non abbiano a cuore il quartiere di San Marco ma la posizione di un "no" a priori contro quello che e' Chiesa.

Vorrei solamente dire al comitato che la loro visione politica e ideologica non si puo' appiccicare automaticamente alla Chiesa. Lo spirito che anima la Chiesa e' un Altro. Inviterei questi signori a portare le loro ragioni senza dover necessariamente far passare il vescovo come lo sheriffo di Nottingham, perche', a mio avviso, l'attacco aperto e ingiustificato appare solo come mancanza di argomentazioni. Saluti. Gianni (Seminario di Pistoia)

lunedì 19 novembre 2012

REPORT

Lunedì 19 novembre - Presidio al Comune


REPORT



Arriviamo sotto il loggiato del Comune che sono le 14.45.

Apriamo il tavolino da campeggio che riempiamo della vasta

nostra produzione cartacea sul progetto di parcheggio in San Bartolomeo in Pantano. Attacchiamo lo striscione "storico" al muro; per l'occasione abbiamo prodotto altri due striscioni che trovano anch'essi spazio tra il colonnato del Comune. Mentre arrivano i componenti e alcuni simpatizzanti del Comitato, giunge il sindaco. Si ferma e rimarrà a parlare con noi un dieci minuti. Pare contento di vederci, forse meglio di noi conosce la vera motivazione dell'attacco che ha subito e questa nostra presenza lo conforta e sa che lo può aiutare a scinfiggere gli attacchi che gli giungono dal suo stesso partito.

Passano un paio di consiglieri che manco si conoscono,li si ferma e gli consegnamo un pò di materiale. Dall'interno del Comune giungono alcuni del PDL, ci avviciniamo per consegnare anche a loro materiale, ma sembrano molto distratti e pure menefreghisti, solo il capogruppo si dimostra un poco interessato. Sopraggiunge il capogruppo del pd: nero come la pece. Non intende fermarsi. Lo si rincorre e lo costringiamo a prendere un pò di mnateriale, ma non fiata e veloce se ne va su per le scale. passano ancora alcuni del pd e fanno finta di sapere tutto tanto per dribblarci. I tre di 5stelle, anchìessi forse in riunione nelle stanza dei gruppi, arrivano e sorridenti ci prendono il materiale, si dichiarano con noi, aspettano qualche scatto fotografico, stringono un pò di mani e salgono. Arriva il Trallori, anche lui bloccato. Gli viene consegnato tutto il materiale ad iniziare dal Dossier (vecchio di un anno, ma ancora attuale perchè nel fratempo niente è accaduto). Prende tutto ma ci da l'impressione che non sappia neppure di cosa si sta parlando. Eppure siamo qui per il suo (?) articolo uscito in pompa magna su tutti i giornali. Ancora alcuni consiglieri. Poi il tempo massimo scade e noi rimaniamo a decidere cosa fare. saliamo? a fare cosa... niente...ed allora è meglio tornare alle nostre tante faccende quotidiane.

In tutto questo tempo abbiamo avuto la visita del fotografo del Tirreno, di giornalisti del Tirreno e della Nazione, e con un pò di ritardo anche del fotografo della Nazione. La giornata è stata molto positiva. Volevamo fare una prersenza e così è stato. Abbiamo dimostrato ancora una volta, ammesso che ce ne fosse bisogno, che contrasteremo questo progetto con tutte le nostre forze, che siamo disposti a tutto. Lo sapevano già, ma ricordarlo serve sempre.

Tranquilli, sereni, sorridenti come sempre, pacifici finchè serve.Mai asserviti.

Lunedì 19 novembre - Presidio al Comune REPORT Arriviamo sotto il loggiato del Comune che sono le 14.45. Apriamo il tavolino da campeggio che riempiamo della vasta nostra produzione cartacea sul progetto di parcheggio in San Bartolomeo in Pantano. Attacchiamo lo striscione "storico" al muro; per l'occasione abbiamo prodotto altri due striscioni che trovano anch'essi spazio tra il colonnato del Comune. Mentre arrivano i componenti e alcuni simpatizzanti del Comitato, giunge il sindaco. Si ferma e rimarrà a parlare con noi un dieci minuti. Pare contento di vederci, forse meglio di noi conosce la vera motivazione dell'attacco che ha subito e questa nostra presenza lo conforta e sa che lo può aiutare a scinfiggere gli attacchi che gli giungono dal suo stesso partito. Passano un paio di consiglieri che manco si conoscono,li si ferma e gli consegnamo un pò di materiale. Dall'interno del Comune giungono alcuni del PDL, ci avviciniamo per consegnare anche a loro materiale, ma sembrano molto distratti e pure menefreghisti, solo il capogruppo si dimostra un poco interessato. Sopraggiunge il capogruppo del pd: nero come la pece. Non intende fermarsi. Lo si rincorre e lo costringiamo a prendere un pò di mnateriale, ma non fiata e veloce se ne va su per le scale. passano ancora alcuni del pd e fanno finta di sapere tutto tanto per dribblarci. I tre di 5stelle, anchìessi forse in riunione nelle stanza dei gruppi, arrivano e sorridenti ci prendono il materiale, si dichiarano con noi, aspettano qualche scatto fotografico, stringono un pò di mani e salgono. Arriva il Trallori, anche lui bloccato. Gli viene consegnato tutto il materiale ad iniziare dal Dossier (vecchio di un anno, ma ancora attuale perchè nel fratempo niente è accaduto). Prende tutto ma ci da l'impressione che non sappia neppure di cosa si sta parlando. Eppure siamo qui per il suo (?) articolo uscito in pompa magna su tutti i giornali. Ancora alcuni consiglieri. Poi il tempo massimo scade e noi rimaniamo a decidere cosa fare. saliamo? a fare cosa... niente...ed allora è meglio tornare alle nostre tante faccende quotidiane. In tutto questo tempo abbiamo avuto la visita del fotografo del Tirreno, di giornalisti del Tirreno e della Nazione, e con un pò di ritardo anche del fotografo della Nazione. La giornata è stata molto positiva. Volevamo fare una prersenza e così è stato. Abbiamo dimostrato ancora una volta, ammesso che ce ne fosse bisogno, che contrasteremo questo progetto con tutte le nostre forze, che siamo disposti a tutto. Lo sapevano già, ma ricordarlo serve sempre. Tranquilli, sereni, sorridenti come sempre, pacifici finchè serve.Mai asserviti.

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martedì 13 novembre 2012

Volantino


       Un’opera, qualsiasi opera dell’uomo, qualora   avesse in sé qualche rischio per la vita stessa
dell’uomo o anche solo del territorio, occorre rinunciarvi.
       Non esiste alcuna opera talmente indispensabile da non potervi rinunciare




     Quattro anni (tra il 1957 e il 1960), necessitarono per la costruzione della diga del Vajont.
E per quattro anni le popolazioni della valle del Vajont e del Piave si opposero a questa costruzione coscienti dei grossi rischi geologici legati a questa opera.
Erano forse contro il “Progresso”? Erano forse contro la produzione di energia elettrica? NO!
Erano solo contro quella specifica opera, in quella determinata zona, coscienti della criticità geologica presente.
Per quattro anni i proponenti l’opera li ignorarono, i tecnici non li vollero ascoltare.
Il 9 Ottobre 1963 furono i residenti di Longarone, Erto e altri paesi della valle a udire il nefasto rombo della frana del Monte Toc, a vedere l’acqua che invadeva e distruggeva le loro case e le loro vite.

     Ai signori Morandi, Innocenti, Bruni, ai signori di Confcommercio e Confesercenti chiediamo di riuscire (almeno per una volta) a guardare oltre la punta del proprio naso.
Ci piacerebbe sapere se essi sanno cosa significa FALDA ACQUIFERA DI SUPERFICIE, cosa significa FALDA SOSPESA. Dubitiamo molto che lo sappiano e che gli possa pure interessare sapere che nella zona di San Bartolomeo (non a caso) in PANTANO la falda si trovi appena a 2,5/3 metri dal piano di campagna.

     Ci diranno che i tecnici danno tutte le garanzie! Che con le tecnologie attuali si può operare anche dentro la falda (e chi lo mette in dubbio!) e tanti fatti simili.
Vogliamo ricordare a questi signori che anche a L’Aquila i giorni precedenti il 6 Aprile 2009 i tecnici, gli scenziati dettero tutte le rassicurazioni obbedendo agli ordini di Bertolaso e del Governo.
Ma la natura non segue gli ordini di un Governo degli uomini, né le rassicurazioni dei tecnici.

     Sfidiamo chiunque a firmare documenti che attestino scientificamente che MAI e POI MAI si potrà verificare alcunché. Che alcun rischio idrogeologico si potrà MAI avere con l’edificazione del parcheggio interrato in San Bartolomeo. (e che sia oggi o tra 40 anni o anche tra cento poco importa)

     Alla ex Breda si sta edificando un parcheggio di 400 posti, ma nessuno ne parla. PERCHE’? Ugualmente per i 300 posti del parcheggio del Ceppo che saranno disponibili a breve.
Forse non sono sufficienti questi posti, che hanno la medesima distanza dal Globo che un eventuale parcheggio in San Bartolomeo? Non vi sono sufficienti? oppure state solo sostenendo un qualche interesse (SPECULATIVO!) al di là delle stesse vostre necessità?

CHIEDIAMO A TUTTI I RESIDENTI DELLA NOSTRA CITTA’: PERCHÈ METTERE PISTOIA SOTTO UN GROSSO RISCHIO IDROGEOLOGICO SOLO PER GLI INTERESSI ECONOMICI DI POCHI ?

PERCHE’ NON SIAMO CAPACI DI CONSEGNARE AI NOSTRI FIGLI, NIPOTI E PRONIPOTI, UNA CITTA’ SICURA COME CI E’ STATA TRAMANDATA A NOI ?



Pistoia - novembre 2012

Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”

San Bartolomeo in Pantano – PISTOIA


venerdì 9 novembre 2012

COMUNICATO STAMPA




   Due giorni e il signor Vernetti Massimo, Presidente della Quick Parking e di un’altra decine di ditte della holding che utilizza a seconda delle occasioni; a noi ci è toccata la Napoletana parcheggi; ha risposto al nostro comunicato stampa di mercoledì 31 ottobre.
   Ci chiediamo se il Presidente della Quick parking ci rispetta molto o ci teme ancora di più.
   Comunque sia vorremmo informare il signor Vernetti che noi lo abbiamo invitato a consegnare all’ufficio competente i risultati delle analisi sulla falda acquifera. E questo, egli più di noi, sa non essere il Comune. O comunque non solo gli uffici comunali.         
Pertanto la sua immediata risposta non chiarisce niente; anzi ci conferma ancora che sono ben intenzionati a non voler procedere con l’iter imposto dalle leggi vigenti.
   Gli uffici del Comune hanno in altra occasione dimostrato molto asservimento verso la predetta ditta, prendendo per buona una documentazione che osiamo appellare FALSA senza timore di essere smentiti. Ma non intendiamo entrare adesso in confronti con gli uffici comunali.
   Intendiamo solo riaffermare che la Napoletana parcheggi spa (o chi per essa) a tutt’oggi non ha neppure risposto alla richiesta, vecchia di febbraio, del Genio Civile di presentare ulteriore documentazione che gli era stata richiesta. Senza contare che non hanno assolto ad un impegno richiestogli sempre da questo ufficio regionale.
   Vogliamo informare il sig. Vernetti Massimo che senza il rilascio di un parere favorevole di questo ufficio regionale nessun funzionario o dirigente comunale potrà mai firmare nessuna autorizzazione.
   Ragion per cui vogliamo chiedere chi sia colui che avrebbe firmato (“…con il parere di regolarità tecnica dell’atto a firma del dirigente dell’ìurbanistica”), secondo quanto letto sui giornali di domenica 28 e lunedì 29 ottobre. Dubitiamo che questa sua affermazione sia veritiera.



Pistoia 6 novembre 2012

Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”
SAN Bartolomeo in Pantano - PISTOIA

mercoledì 31 ottobre 2012

Comunicato stampa

Comunicato stampa




“ N.T.A. del P.R.G.-stato Modificato a seguito di accoglimento di osservazioni

                                       APPENDICE

                     PIANO PER LA CITTA’ STORICA
 NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN SEGUITO AD ACCOGLIMENTO DI      OSSERVAZIONI PER LE TAVOLE:

1) Quadro generale degli interventi (quadro 1° e 1b) scala 1:1000
2) Interventi edilizzi – Atlante dei tipi scala 1.2000
3) Interventi negli spazi pubblici e nelle aree verdi scala 1.2000

VARIANTE AL P.R.G. per la definizione del Piano della Città Storica

Novembre 2007
(Pag. 27)


La realizzazione degli interventi sopraelencati non potrà prescindere dalle seguenti prescrizioni:

1. Interventi in sotterraneo – La realizzazione di parcheggi sotterranei e di opere e locali interrati interferenti con la falda dovrà essere preceduta da un monitoraggio della falda e delle sue variazioni stagionali per poter prevedere, e quindi prevenire, eventuali interazioni negative tra le strutture in progetto e quelle esistenti.


Questo, quanto prescrive il Piano Regolatore Generale.
Noi sappiamo che la Parrocchia di San Bartolomeo, l’Asilo infantile Regina Margherita e la Napoletana parcheggi Spa, proponenti la realizzazione del parcheggio interrato nell’area degli ex-orti di San Bartolomeo, non hanno realizzato nessun monitoraggio della falda.
Se loro dicono di averlo effettuato, li invitiamo a depositare tali risultati all’ufficio competente, come avrebbero dovuto fare già da tempo.
Diversamente non hanno adempiuto ad una prescrizione basilare, senza l’assolvimento della quale nessuna autorizzazione potrà essere concessa.



Pistoia 31 ottobre 2012

Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”
San Bartolomeo in Pantano – PISTOIA




mercoledì 17 ottobre 2012

Proposta di Ri/Utilizzo

Quello che segue è la Proposta che invieremo a Sindaco, Curia e parroco per un corretto utilizzo sociale
dell'area oggetto del Progetto di parcheggio interrato che tenacemente abbiamo combattuto.
Sappiamo che tuttora Curia e S.P.A. esecutrice dei lavori stanno "lavorando" nei corridoi e nelle
stanze del potere per poter effettuare questa speculazione edilizia.
Con questa Proposta intendiamo chiedere alla Curia che ci dica se ha a cuore la Comunità
oppure ha interessi puramente speculativi; al Comune chiediamo di non tergiversarte oltre e passi
ad agire nell'interesse dei cittadini, base della Democrazia, come tantissime volte ci sentiamo dire.


Proposta di Ri/Utilizzo

dell’area degli ex orti

di San Bartolomeo in Pantano

Per un giusto e corretto
utilizzo sociale del territorio

Proposta elaborata dal Comitato
“NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”
San Bartolomeo – PISTOIA

Ottobre 2012



     Il Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO” di San Bartolomeo, in questo ultimo anno si è molto speso in un lavoro di informazione dei residenti, come di tutti i cittadini pistoiesi, per far conoscere le criticità presenti nella realizzazione di un parcheggio interrato nell’area a verde (ex orti) che circonda il Complesso Monumentale dell’ex Monastero di San Bartolomeo in Pantano. Area volutamente portata all’abbandono, per un suo degrado onde poter presentarsi, ed essere credibili, con un “Piano di Recupero”. Vogliamo ricordare lo sfratto dato alla MCL che gestiva un Circolo negli ampi e bellissimi spazi posti nel piano a terra del Complesso Monastico che si affaccia sul giardino posto nel retro della chiesa. Vogliamo ricordare lo sfratto dato alla società che gestiva ed utilizzava il campino di calcio, come anche la demolizione dell’immobile che ospitava il campo di bocce.

     Tutto questo in un’ottica di portare l’area al degrado per poter essere convincenti per un suo “recupero”. Ma noi diciamo che trattasi di solo abbandono, ragion per cui necessita solamente di una sua ri/utilizzazione. Oltretutto il suo (eventuale) “recupero” non può essere l’esportazione di qualcosa come circa 53.000 metri cubi di terreno vergine per collocarvi un circa 15-20.000 metri cubi di cemento.
Senza contare che si sottopone la città a possibili rischi idrogeologici per l’interferenza con la falda acquifera presente (per di più: “sospesa”)! Senza contare il grave peggioramento della qualità della vita dei residenti il quartiere dovuto al vertiginoso aumento del traffico.

NO! Questo non significa recuperare, ma CEMENTIFICARE!
Questo è, e chiamiamolo col suo vero nome: SFRUTTAMENTO SPECULATIVO!

     Su questo nostro convincimento abbiamo trovato l’appoggio di tutta la cittadinanza, dimostrataci dalle oltre 1.300 firme che Vi abbiamo consegnato. Abbiamo trovato il sostegno di tutta la città intellettuale dimostrata nel Convegno di domenica 20 novembre 2011 e confermata nell’incontro che l’Amministrazione Comunale ha avuto con le Associazioni culturali e ambientaliste mercoledì 30 novembre sempre dello scorso anno.

     Le tante idee che ci hanno espresso decine di residenti il quartiere, come di altre zone della città, oltre ad alcuni tra i più stimati intellettuali della città, ci hanno convinti della correttezza di presentare un PROGETTO per il RI/UTILIZZO SOCIALE di questa area lasciata, ripetiamo, volutamente e speculativamente al degrado.

     Siamo i primi, quali residenti il quartiere, a dare il plauso alla pedonalizzazione di via e Piazza san Bartolomeo, che la nuova Giunta ci ha garantito si svilupperà entro l’anno solare, e pensiamo che questa area che ben si connette con una piazza libera dalle auto e resa alla socialità, debba diventare un unico insieme con la piazza sressa. Con un utilizzo completo delle capacità che essa offre in quanto a verde, a possibilità di organizzazione di spazi per bambini, per anziani, per tutto il quartiere. Per valorizzare anche in senso culturale e di recupero storico di quanto abbia rappresentato per il Monastero questa area: parliamo di recuperare parte di questa superficie ad ORTI.

     In questa ottica intendiamo articolare e presentare un Progetto, che sia il più ampio possibile e rispettoso dei Piani di attuazione che l’Amministrazione si è data per una corretta gestione del territorio, con particolare riferimento al Centro Storico.

     Sappiamo assai bene che questa area è di proprietà privata. Ma sappiamo anche che la proprietà si chiama Curia, ossia la Chiesa. Ci dicono continuamente che la Chiesa non è una Società economica (di lucro). Ci dicono che la Chiesa è piuttosto un Ente morale a servizio della comunità.
Ed allora, le critiche che già ci vengono mosse, di voler operare su terreni privati vengono meno proprio per le finalità della Chiesa stessa. I beni della Chiesa devono essere considerati della comunità ed al servizio della medesima.
Siamo pertanto certi che la Curia non vorrà porre ostacoli per l’attuazione di questo Progetto Sociale e Comunitario. Diversamente, ossia qualora volessero persistere nell’attuazione dello scellerato e distruttivo progetto speculativo del parcheggio sotterraneo ben poco turbamento il vescovo dovrebbero trovare nelle nostre denunce. Dimostrando nella triste realtà che queste nostre accuse di speculazione non sono campate in aria.

Veniamo dunque a presentare questo nostro progetto che prevede la suddivisione dell’area in quattro differenti utilizzi.

>>>1) Nell’area retrostante la chiesa proponiamo l’edificazione di un parcheggio, così come proposto dal Piano Cervellati di 40/50 posti-auto. E previsto anche nel Piano Urbano della Mobilità tuttora in attuazione. Possiamo liberare così dalla sosta delle auto via e piazza San Bartolomeo, e vogliamo pensare anche via di Porta al Pantano. Ovviamente parliamo di un parcheggio da riservare esclusivamente alla sosta dei residenti. Anche in previsione di un allargamento della ZTL che comprenderà pure tutta questa zona urbana, e quindi pensiamo ad un futuro prossimo senza traffico veicolare “esterno”.
Questo parcheggio lo si potrà collocare a ridosso del muro di cinta del giardino della scuola dell’infanzia Regina Margherita che confina con questa area. Potendo così mantenere una dovuta distanza (non meno di 15 metri) dall’abside della chiesa, in modo da non recare danno alcuno alla medesima. Per questo si può pensare ad un’apertura per il transito veicolare nel muro lungo via del Pantano, come era previsto anche nel progetto del parcheggio interrato. In tal modo si evita alle auto l’utilizzo dell’attuale ingresso.
Tale parcheggio avrà cura di collocarsi senza arrecare danni alle alberature presenti, così come richiesto dal Piano Cervellati. Salvaguardando così i bellissimi Pini Domestici presenti in numero di tre lungo il muro di confine con via di Porta al Pantano e cinque, in parallelo al muro perimetrale del giardino dell’Asilo.

>>>2) Nell’area restante nell’asse nord-sud con confini il giardino già nominato dell’Asilo ad est e l’area attualmente occupata dal campino di calcio a ovest si provvederà alla realizzazione di un giardino pubblico. Partendo dalla salvaguardia dei Pini Domestici e del bellissimo esemplare di Pioppo provvederemo alla piantagione di nuove alberature di pregio. Una siepe sarà di confine tra questo giardino e il parcheggio di cui sopra. Ossia, avremo cura che tutto sia in forma naturale, senza utilizzo di murature in verticale, oltre a quelle già esistenti. Una stessa filatura di alberi adeguati dividerà questa porzione dell’area recuperata a giardino con la superficie oggi predisposta a campino di calcio, ma sulla quale intendiamo sviluppare la quarta proposta.
L’utilizzo pedonale e ciclabile dell’attuale ingresso all’area rappresentata dal cancello permetterà di evitare che pedoni e biciclette debbano utilizzare lo stesso ingresso delle auto che raggiungono il parcheggio. Inoltre avremo l’opportunità di prevedere lungo l’asse a ridosso dell’abside e dell’ex complesso monastico un piazzale che colleghi il giardino col parcheggio e con l’area degli orti. Si chiede pertanto un arredo urbano di qualità, che riesca ad unire in questo ampio spazio i quattro diversi utilizzi che prevediamo di questa area.

>>>3) Il recupero degli spazi, una volta utilizzati quale Circolo ricreativo, insistenti a ovest, subito dopo l’abside della chiesa nonché nella parte iniziale di questo nuovo giardino. Sarà cura dei progettisti inserirlo nell’ambito del giardino medesimo. All’uopo abbiamo parlato nel punto precedente del piazzale prospiciente questi spazi interni.
In questa superficie si provvederà alla realizzazione di un Centro di quartiere aperto alla socialità, ai bisogni di crescita dei bambini e dei giovani, ai bisogni di riposo degli anziani.
Un Centro di quartiere che vogliamo immaginare aggregante delle individualità e dei residenti il nostro quartiere, e aperto a tutta la città. Un Centro vitale per iniziative culturali e ricreative, che aiuti ad una miglior qualità della vita come già la riappropriazione della piazza, con l’eliminazione della sosta delle auto.

>>> 4) L’area attualmente organizzata a campino di calcio può rappresentare un Recupero della nostra identità storica, della nostra Cultura millenaria. Possiamo riportare in questo ampio spazio quello che è stato per un millennio e più l’utilizzo di tutta l’area di pertinenza: ORTI DEL MONASTERO.
Riportare questa porzione di area ad orti significa appunto un recupero culturale di quello che essa ha rappresentato nel corso della vita della nostra città. Non dimentichiamoci che il Mulino Grande di San Bartolomeo, che possiamo ben notare tuttora con la sua muratura “a conci” proprio prospiciente questa area sul suo lato ovest, nei secoli intorno al mille era la struttura “industriale” (se ci possiamo permettere l’utilizzo di questo termine), maggiore della città. Una città, Pistoia, nata, cresciuta e sviluppatasi sulle acque.
Per secoli le attività economiche della città sono state legate alla trasformazione dei prodotti della terra, e pertanto legate ai suoi corsi di acque, in special modo le Gore; una terra, quella che circondava la collina dove nasce la città di Pistoia, assai fertile, tanto da convincere i romani a edificarvi, un Castrum lungo il percorso della via consiliare Cassia. Rimandiamo l’analisi della storia dei Mulini e Frantoi sulla cui economia Pistoia è cresciuta e si è sviluppa, alla vasta letteratura esistente.

     L’Amministrazione stessa, con l’approvazione di un regolamento specifico ha compreso il valore sociale e culturale degli orti urbani.
Sarà cura dei progettisti la suddivisione di questa area in varie porzioni tali da rendere la coltivazione soddisfacente per le necessità alimentari di varie famiglie. Possiamo ben prevedere che le dimensioni possano darci la possibilità di creare un numero di orti abbastanza considerevoli.

     La piccola porzione di terreno utilizzata per il parcheggio non pensiamo sia di contrasto con la filosofia di utilizzo sociale e culturale dell’intera area, in quanto ci permette di liberare la Piazza, che con la sua futura pedonalizzazione addiverrà un tutt’uno con l’area sulla quale presentiamo questo progetto di recupero vero e reale, al servizio della socialità del quartiere come del tempo libero dei cittadini.

     In questa ottica molta importanza dovrà assumere il recupero degli ampi spazi dell’ex Circolo che con un corretto utilizzo potranno permettere a tutto il quartiere e non solo, di avere uno spazio di socialità, di vivibilità, di uso del tempo libero. Vogliamo immaginare uno spazio dove i nonni possono portare i nipoti e mentre i secondi corrono tra alberi su prati i primi discutono del tempo che fu al tavolo sotto l’ombra di un bellissimo Pino. E con un buon bicchiere di vino, perché no!

     Per mille e più anni i monaci e i loro contadini hanno vissuto questo territorio come alimentazione del corpo e riposo dello spirito.
In un mondo sempre più in affanno e che ci induce ad una esistenza vissuta in corsa, recuperiamo questo spazio così come lo hanno pensato e vissuto i nostri antenati.
Consegniamo al futuro e ai nostri eredi questo territorio così come i nostri avi lo hanno pensato, lo hanno vissuto e lo hanno saputo consegnare al nostro presente.


giovedì 27 settembre 2012

VOLANTINO

          “Una opera, qualsiasi opera, dell’uomo qualora dovesse avere in se un qualche
            rischio per  la vita dell’uomo stesso o anche solo del territorio, occorre rinunciarvi.
           Non esiste alcuna opera talmente indispensabile da non potervi rinunciare



Da tanti anni, da decine di anni, da forse troppi anni da farci dimenticare che altri modi di governare siano possibili, le Giunte che hanno governato questa nostra piccola città hanno obbedito a due scellerati ordini: CEMENTIFICAZIONE e TRAFFICO SELVAGGIO.

Oggi pare che il vento sia mutato e ci si voglia indirizzare in una direzione inversa, ossia privilegiare la qualità della vita dei cittadini che vivono la città. Purtroppo l’esperienza ci pone in una posizione di dubbi e diffidenza della politica.
Ma vogliamo (e dobbiamo) avere fiducia in questo vento di cambiamento. Non intendiamo tuttavia dare fiducia ad Amministratori ad occhi chiusi, per cui saremo vigili sul rispetto delle premesse e promesse.
Ma certo non possiamo non condividere e sostenere questo vento di cambiamento.

Purtroppo quando qualcosa si muove di diverso non tutti condividono i cambiamenti, c’è una opposizione, a volte (o spesso), solo di principio e/o ideologica.
Tutti i residenti plaudono alla liberazione dal parcheggio delle auto di alcune delle più belle piazze di Pistoia, prima tra tutte Piazza san Bartolomeo, i residenti plaudono all’allargamento della ZTL che sicuramente migliorerà la qualità della vita, potendo finalmente aprire le finestre delle case sulle strade che oggi sono intasate dal traffico, con il conseguente alto livello di inquinamento sia di gas che di rumore.
Diverso il discorso per i commercianti, i quali non intendono comprendere come la riduzione del traffico veicolare sia un grosso incentivo alla percorrenza pedonale e conseguentemente alla maggiore frequentazione di strade e piazze. In tutte le città dove più ampia è la ZTL maggiore è la vendita commerciale, questo è un dato reale non una ipotesi. Controllare per verificare.

Ma le Associazione di categoria dei commercianti, assai restie a vedere modificate le consuetudini di vita, ma soprattutto indifferenti alla qualità della vita dei cittadini, interessate solo al consumo (cioè alle “vendite”) e incapaci di vedere oltre la punta del proprio naso vanno assai oltre. Non volendo vedere che la crisi del commercio è legata alla più generale crisi sistemica del modo di produzione che ci siamo dati, persistono a voler far credere ai loro iscritti (che sarebbe l’ora si svegliassero e fossero più autonomi e indipendenti dai burocrati!) che tutte le colpe ricadono nella mancanza di parcheggi. Storiella vecchia e stantia che muore con le migliaia di esercizi che chiudono anche dove tanti parcheggi sono presenti. Oltre al fatto che neppure è vero che a Pistoia mancano i parcheggi. Ma questo è altro discorso.
E così i signori della Confcommercio ripropongono la realizzazione del parcheggio interrato in san Bartolomeo in Pantano. Oltretutto: quanti anni servono? Il cratere in via Pacinotti diventerà mai parcheggio?
Intanto dovrebbero sapere, insieme ai loro amici della Casta, che Democrazia significa Governo del e per il popolo. E non si dimentichino che tutto il quartiere e la città stessa si è espressa contro i rischi che questa opera potrebbe (il condizionale è d’obbligo) rappresentare nel futuro e il peggioramento delle condizioni di vita del quartiere che invece rappresenta da subito.
Ovviamente non gli manca il plauso di tutti gli speculatori, ad iniziare dai proponenti questa nefasta opera.

Non intendiamo ribadire per la millesima volta quanto sia devastante questa CEMENTIFICAZIONE.
Solo, vogliamo dire che nel vento di cambiamento che percorre la città ci sta anche e soprattutto una diversa visione del rapporto dell’uomo con la città stessa. Se ne facciano una ragione anche i burocrati delle Associazione dei commercianti e pensino piuttosto a considerare un modo diverso dei rapporti produttivi e commerciali. Un nuova Società che veramente garantisca lavoro, dignità di vita e salvaguardia del territorio.



Pistoia 28 settembre 2012


martedì 18 settembre 2012

Riunione del Comitato

Gli speculatori sono come la malerba, sono duri a morire!

La Speculazione non basta tagliarla, occorre sradicarla. E per fare questo occorre incidere alle radici dell’organizzazione sociale.
Non avremo sconfitto la Speculazione nel suo complesso, ma almeno qui in San Bartolomeo gli abbiamo impedito di attecchire.
Però, ripeto: gli speculatori sono duri a morire.
E così parroco, curia, SPA insistono sull’Amministrazione comunale per costruire quel parcheggio che dovrebbero aver compreso che mai faranno.
E mentre loro ci provano con tutte le loro “argomentazioni”, noi passiamo alla seconda fase della nostra battaglia.

Proposta di un Progetto di ri/utilizzo dell’area degli ex-orti.

Il 23 e 24 agosto lo stesso parroco ci ha dimostrato che questa area la si può utilizzare a scopi sociali: facciamolo tutti i 365 giorni dell’anno.
BASTA SPECULAZIONE!!!
In San Bartolomeo non c’è niente da recuperare, ma solo da ri/utilizzare.

Per discutere di questa seconda fase della nostra battaglia il Comitato si riunisce

MARTEDI’ 25 SETTEMBRE alle ore 21.15

In via Argonauti, 10.


I nostri Amministratori, i nostri Speculatori devono anche sapere che non stiamo a guardare come loro si muovono e non stiamo ad aspettare un bel niente.
In questi giorni abbiamo aderito ad un appello nazionale che intende unificare tutte le realtà che lottano per la SALVAGUARDIA dei TERRITORI.
Sabato 15 eravamo a Bologna ad una prima Assemblea Nazionale e il 13 ottobre parteciperemo alla manifestazione contro uno dei colossi della cementificazione nazionale: la cooperativa (detta: rossa!!!) CMC.
Invitiamo tutti coloro che hanno partecipato anche una sola volta al Comitato, tutti coloro che si ritengono “simpatizzanti” del Comitato a partecipare martedì 25 alla riunione.



venerdì 31 agosto 2012

Abbiamo dato la nostra adesione e participeremo alla manifestazione

Manifestazione a Ravenna contro la CMC (per dire NO allo scempio di ogni territorio e a un modello di vita che non ci piace)




E' giunto il momento di fare qualcosa. Usciamo da FB e facciamo sentire le nostre voci. cerchiamo adesioni "reali" di gruppi e singoli. Non lasciateci soli.


"LOTTIAMO PER LA TERRA E PER LA LIBERTA'

In ogni parte del mondo le lobby finanziarie, politico e mafiose aggrediscono, depredano e devastano usando l’ alibi drammatico del progresso e del lavoro e con la complicità degli stati.
Accade in Centroamerica, in Africa, in Asia come qui in Italia .
Le situazioni di attacco ai territori e alle loro ricchezze sono innumerevoli.
Da Nord a Sud non è possibile elencare tutti gli scempi .
Dalla Valle di Susa, passando per il Mugello, arrivando fino in Sicilia i grandi affaristi violentano la terra
cementificando, perforando, scavando e inquinando.
Calpestano la possibilità di una vita libera , felice , condivisa .
Fra i responsabili spiccano Impregilo, Eni, Todini e non ultima C.M.C.
L'unico modo che abbiamo per contrastare queste mire rapaci e devastanti è costituire aggregazioni sempre più allargate e diffuse, rendendo evidenti le opposizioni.

Noi proponiamo il 13 ottobre una manifestazione a Ravenna contro la Cooperativa Muratori e Cementisti (CMC) in quanto azienda appaltante del tunnel geognostico alla Maddalena di Chiomonte in Val di Susa, emblema e paradigma di molteplici devastazioni.
Un’azienda che fra i vari progetti distruttivi vuole realizzare un cantiere rifiutato dai 60.000 residenti nella valle e dalle migliaia di No Tav ormai presenti in tutta la penisola.
In gioco non ci sono solo le spartizioni legate al T.A.V., ma soprattutto altre logiche decisionali ed autoritarie come il dimostrare che se il PD ( che è dietro la CMC) e qualunque altro partito politico decidono qualcosa, nessuno può permettersi di dissentire,di opporsi,di resistere.
L’azione di opposizione critica, di lotta e di disobbedienza, delle comunità e dei territori infatti mette in discussione gli stessi meccanismi del potere, gli equilibri dello scambio clientelare e mafioso .
Queste le ragioni per cui è importante che tutte le persone che vogliono impedire la devastazione del pianeta Terra partecipino a questa prima manifestazione per rilanciare l’opposizione alla lobby trasversale degli affari.

Promuovono:
Coordinamento NOCMC di Ravenna, NOTAV Torino e Cintura

Elenco adesioni….

NO PEOPLEMOVER BOLOGNA
RAVENNA PUNTO A CAPO
PIEMONTESI E LIGURI CONTRO IL TAV - TERZO VALICO
CITTADINI DI FEGINO BARBARADOVA
COMITATO PER SCARPINO GENOVA
MARIO ACTIS PRES. LEGAMBIENTE VALSUSA
CSA PACI' PACIANA BERGAMO
COLLETTIVO DELLA 21 DEL VAG 61
BSA ATTIVA TOSCANA
BSA NAZIONALE
KOLLETTIVO ONDA ROSSA
NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO (PISTOIA)
MOVIMENTO 5 STELLE PIEMONTE
RIFIUTI ZERO
COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE











.

venerdì 24 agosto 2012

VOLANTINO


Volantino distribuito in Piazza san Bartolomeo per la festa del 24 agosto


IL PARCHEGGIO

DI CUI NESSUNO

SENTE

IL BISOGNO


Il parcheggio interrato nell’area degli ex orti di san Bartolomeo non verrà MAI edificato.
Questo, a Pistoia oramai lo sanno pressoché tutti.
E questo perché un gruppo di cittadini del quartiere (e non solo) sono stati capaci di autorganizzarsi e non è stato necessario chissà cosa. Semplicemente fare informazione. INFORMARE la cittadinanza di ciò che si stava, nel silenzio delle stanze del Potere e della Speculazione, organizzando a nostra insaputa. E’ stato sufficiente INFORMARE la cittadinanza dei pericoli idrogeologici che questa opera rappresentava per tutta la città. INFORMARE del degrado ambientale e del peggioramento della già bassa qualità della vita dei residenti il quartiere di San Marco.

Abbiamo controbattuto a tutte le FALSITA’ che proprietà (Curia), ditta esecutrice (una S.P.A. di Napoli), e progettisti, coadiuvati da precedenti assessori ad essi asserviti.

Ed oggi possiamo scrivere con orgoglio: IL PARCHEGGIO INTERRATO IN SAN BARTOLOMEO NON VEDRA’ MAI LA LUCE. Non perché sotterraneo, ma inteso che mai verrà edificato.

La Speculazione non si arrende all’evidenza, come una piovra, ad ogni tentacolo che gli tagli ne rinasce un altro.
Vescovo, parroco, ditta esecutrice, progettisti insistono nelle loro falsità con la speranza di “convincere” l’Amministrazione Comunale ad avere le autorizzazioni.
Qualcuno gli spieghi, per favore, che Democrazia significa: “Governare con e per il Popolo”.

Oggi ci vengono a raccontare che l’area in questione è DEGRADATA, da recuperare. E per lorsignori il recupero significa: togliere qualcosa come 53.000 metri cubi di terreno vergine e collocarvi un circa 15/20mila metri cubi di cemento.

Ovviamente anche questa affermazione che l’area è degradata è una enorme balla, una falsità.
Ma quando comprenderanno che hanno davanti non degli idioti, ma persone consapevoli, intelligenti, preparate? Mai!!!

L’area a ridosso della chiesa di San Bartolomeo NON è DEGRADATA. NO!
E’ semplicemente ABBANDONATA all’inCURIA. Che non è esattamente la stessa cosa.
L’abbandono è determinato da una scelta consapevole della proprietà, che ha espulso il Circolo MCL, ha sfrattato il gruppo sportivo che utilizzava il campino, ha eliminato il campo di bocce. Il tutto in previsione e per la edificazione speculativa del parcheggio interrato.

L’ abbandono dell’area la si supera con il suo riutilizzo: con il recupero degli spazi dell’ex circolo MCL, per una spazio sociale per anziani e/o giovani del quartiere, con l’utilizzo nuovamente del campino, meglio ancora, come proponiamo noi, riportarvi gli orti come erano nei tempi andati.
Orti cittadini e sociali a disposizione del quartiere.
Il rimanente spazio riportarlo a giardino partendo dalle alberature già presenti.
Invitiamo dunque i cittadini tutti e coloro che amano questa città ad unirsi al nostro progetto di rinascita. Viva San Bartolomeo, viva i bambini, viva la loro festa e viva il verde pubblico !


PT 24-08-12 COMITATO “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”



Blog: http://sanbartolomeonoparcheggio.blogspot.com

sabato 18 agosto 2012

festa di san bartolomeo

Venerdì 24 agosto è la festa di San Bartolomeo e come di consuetudine ci sarà
la festa dei bambini nella omonima piazza.
Anche il nostro Comitato sarà presente con un tavolino e una mostra informativa.
Chiediamo la presenza più ampia possibile di tutti gli aderenti al Comitato.
Dalle ore 10 del mattino andremo avanti per tutta la giornata e la serata.
Presto pubblicheremo il volantino che andremo a distribuire.

venerdì 29 giugno 2012

I M P O R T A N T E ! ! !




Mercoledì 4 luglio

alle ore 18.00 presso il Comune

Il Comitato "NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO"

avrà un incontro con il nuovo Sindaco.



Tutti i partecipanti e gli interessati al nostro Comitato

sono pregati di voler essere PRESENTI.



La Ditta non è mai stat ferma, la Curia si è rifatta viva e vuole

procedere. Dopo l'impegno, a bassa voce, preso sotto le elezioni,

occorre far prendere all'attuale Giunta un IMPEGNO VERO e definitivo

sulla rinuncia all'operazione speculativa della Curia.





venerdì 8 giugno 2012

Volantino distribuito al mercato sabato 9 giugno

SE LEI E’ “TURBATO”...
...NOI COSA DOVREMMO ESSERE ???




     Mercoledì 6 la cronaca locale dei quotidiani ci hanno comunicato che il sig. Vescovo si era “turbato” per le accuse mosse da molti, in primo noi del Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”, per le quali l’operazione del parcheggio interrato a ridosso dell’ex Monastero di San Bartolomeo veniva definita come mera speculazione.

     La Curia comunica infatti che la costruzione del Parcheggio dovrebbe servire alla ristrutturazione della chiesa e del Monastero di San Bartolomeo.
Agli abitanti del quartiere importa poco dove vadano a finire i denari, quando in compenso una non meglio precisata Napoletana Parcheggi S.P.A., oltretutto di fuori del nostro territorio, vorrebbe edificare e gestire un maxi parcheggio che distruggerebbe l’ultimo spazio verde rimasto nel centro urbano, che aumenterebbe esponenzialmente il traffico nel quartiere, che intercetterebbe la falda acquifera con tutti i rischi idrogeologici derivanti, ad iniziare dalle abitazioni circostanti, le cui cantine, già adesso e spesso, come sa chi vi abita, si allagano ad ogni pioggia.

     Le tariffe che la S.P.A. ci ha comunicato (€ 2,50 all’ora, compresa la notte!) non sono certo congrue alle tasche di noi cittadini, quindi nessun vantaggio per alcuno.
Ma la Curia nella sua Nota, continua a raccontare falsità, facilmente e oggettivamente smentibili, dicendo:
        1) che la zona a verde di San Bartolomeo è degradata: FALSO!!! E’ solo ABBANDONATA, dopo che hanno dismesso il Circolo, dopo che hanno dismesso il campino, dopo che hanno lasciato tutto nell’incuria. Tutto in previsione del “recupero”, ossia del parcheggio interrato.
        2) che lo fanno per eliminare i 50 posti auto in piazza. FALSO!!! Perché fare un parcheggio di 300 posti-auto? Quando dietro la chiesa ci è stato fino a poco tempo fa un parcheggio (non regolamentato e concesso in modo non trasparente (a “Obolo”) solo ad alcuni fruitori e non ai residenti), di circa 50-60 posti ? Riapriamo quello e regolizia molo.
        3) che hanno effettuato una “approfondita analisi geologica”. FALSO!! Il Genio Civile gli ha chiesto integrazioni e stanno aspettando da mesi.
        4) che le analisi geologiche ..”hanno reso possibile la fattibilità”. FALSO!!! Non vi è ancora nessuna fattibilità; è ancora in corso il monitoraggio della falda !!!
        5) questo progetto sarebbe “per riqualificare un’area oggi degradata”. FALSO!!! Almeno che si intenda per riqualificazione asportare qualcosa come 53.000 mtcubi di terreno, andando ad una profondità di 12 metri circa su un’area di circa 5.000 metri quadri e introdurvi un qualcosa come circa 15-20.000 metricubi di cemento e acciaio. Da quando in qua il cemento “riqualifica”? La Terra vergine è già qualificata, lo ricordava San Francesco.
        6) che “sarà restituita al pieno godimento della città”. FALSO!!! Intanto si abbatterebbero tutte le alberature presenti, poi si stenderebbe un lastrone di cemento armato di circa 5.000 metri quadrati con sopra riportato un 50-60 centimetri di terra. Quali alberi ombrosi vi cresceranno ?

     E poi prevedono una durata dei lavori di due anni: la città sarà, interdetta per le migliaia di camion, un caos infernale per chi deve viverci, ma anche per le attività commerciali e turistiche.

Caro sig. Vescovo, Lei è “turbato”. E noi cosa dovremmo essere?


     Se ha bisogno di denari, perché ha gettato al vento molti (ci piacerebbe sapere quanti? È’ possibile sapere?) soldi per quell’affare che sta a fianco della chiesa di Valdibrana (tutto cemento e marmi)? Incompiuto, abbandonato, DEGRADATO?
Gesù Cristo vi ha raccomandato povertà, modestia, ripudio delle ricchezze, salvaguardia del creato.
Si attenga a questi principi e lasci perdere la operazioni Finanziarie e Immobiliari. I soldi li vada a chiedere alla vostra Banca IOR, oppure utilizzi quelli dell’IMU, che NOI pagheremo in modo molto pesante.

     Non si lavi le mani derubricando la vicenda come pratica formale competente all’autorità amministrativa: non ci sono solo gli aspetti legali e tecnici - in questo caso molto lacunosi e dubbi - ci sono anche quelli morali. Terminiamo informandola che la “democrazia” è il popolo, non il Potere.



Pistoia - giugno 2012

Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”



martedì 5 giugno 2012



Una riflessione sul mio sciopero della fame


     In questi primi giorni fuori dalle mura di una casa divenuta carcere, camminando per le vie della mia piccola cittadina, molti mi fermano e si complimentano della mia determinazione, della Forza nell’aver portato avanti lo sciopero della fame per oltre 20 giorni. E della Libertà ritrovata.

     Mi necessita rompere il silenzio che mi ero imposto dopo tanto parlare, per cercare di comprendere, e in questa mia ricerca coinvolgere coloro che mi hanno supportato, dove abbia attinto la Forza e la determinazione che mi ha permesso questa azione, oltretutto senza causare danni al mio corpo.

     Il signor Caselli, può dire tutto ciò che vuole, ma quando si apre una indagine, considerato che sussiste la “presunzione d’innocenza” e considerato che “la giustizia è uguale per tutti” (almeno il Caselli ci dice), dovrebbe avere un atteggiamento un po’ meno repressivo e punitivo nei confronti di persone solo indagate.
Il rifiuto totale e assoluto manifestato in questi quattro mesi di ACCANIMENTO GIUDIZIARIO, ancorché di provvedimenti cautelari, contro persone sottoposte a indagini, denota che la Procura di Torino è comandata da teorie ben diverse dalla ricerca della sola verità.
Dopo sei mesi dai fatti contestati nessuna Procura affermerebbe che sussista il pericolo di fuga, e non lo può fare neppure quella di Torino.
Quando le prove sono semplicemente alcuni video, e solo questi, già in possesso della Procura, quale sarebbe il pericolo di “inquinamento delle prove”?
La reiterazione del reato, considerato che trattasi di Manifestazioni di opposizione ad un progetto che riguarda una specifica zona territoriale. E’ sufficiente impedire il frequentare tale zona agli indagati. E questo ci è dimostrato anche da diversi provvedimenti che sta prendendo una diversa istanza del Tribunale di Torino.

     Il signor Caselli può affermare tutto ciò che vuole, ma non può negare che non sussiste alcuno degli elementi che determinano la necessità della detenzione.
Ma è ovvio che il signor Caselli interpreta la Legge come meglio gli aggrada, e soprattutto la plasma per i suoi obiettivi.
Di essere garantista è evidente non gli importa assolutamente niente. Per lo meno per quanto riguarda il Movimento No Tav. Ma questo lo sapevamo già: ci vogliamo dimenticare di Sole e Baleno? Assolti…ma dopo che li hanno “suicidati”!

     Ma si limitasse solo a non essere garantista, ancora si potrebbe discutere. No! Il signor Caselli e la sua Procura vanno ben oltre. Respingono ogni richiesta, senza neppure valutare la situazione specifica del soggetto che la richiede. Non gli serve sapere il motivo per cui una persona, che seppure No Tav, rimane pur sempre un cittadino di questo paese (di maniche larghe verso politicanti mafiosi, loro amici e amici degli amici, pardon: siamo garantisti e sussiste la “presunzione d’innocenza”), che, tuttora, ci dicono garantista.
La Procura di Torino semplicemente ha creato intorno a questa indagine un muro di negazione.
E non solo, ma ha coinvolto in questa operazione anche l’ ufficio del GIP.

     Il GIP nel suo rigetto alla richiesta dei miei avvocati non si era limitato, anzi proprio non lo ha fatto, a dare un parere sulla consistenza delle prove che la Procura gli ha presentato. Che questo, sarebbe il suo ruolo Istituzionale: valutare le necessità di misure cautelari o altre forme di controllo in virtù della consistenza del reato e soprattutto delle prove addotte.
L’Ufficio GIP non si è basato sulla valutazione delle prove, ma si è sempre poggiato, nei suoi rigetti, al solo fatto che l’indagato, e sottolineo: ancora indagato, non si sia pentito di “quanto commesso”.
E qui subentra una vera e propria “ILLEGALITA’” dell’ufficio GIP: il voler affermare la colpevolezza dell’indagato, cosa che non è nella sua competenza istituzionale.
Inoltre la pretesa di un Pentimento, nel momento che si tratta di reati (presunti!!) legati a delle Opinioni e delle Idee, reati (presumibilmente) commessi durante una manifestazione per la tutela del territorio.

     Si vuole forse dimostrare che in questa Società non vi possono essere persone che dissentono dal loro Potere? Che la loro repressione deve farci arretrare dalla nostre IDEE? Si guardi bene! La GIP vuole il Pentimento non di un reato, che solo il giudice deciderà se veramente commesso, ma dalle proprie Opinioni e Idee. Il mio e il nostro rifiuto del Pentimento, molto enfatizzato dall’ufficio GIP è preso, con ILLEGITTIMITA’, quale motivazione di rigetto di ogni istanza di alleggerimento dei provvedimenti cautelari o alla stessa richiesta di permessi per recarsi a lavorare. Se vuoi riprendere il tuo lavoro che ti permette di mantenere la tua famiglia, devi rinnegare le tue Idee. Mi pare di sentire la GIP.

     Inoltre devo anche partire dal triste comportamento della Procura di Torino che ha enfatizzato il mio (presunto)essere ex-terrorista (dico: MARCHIATO come ex-terrorista), e su questo, invitare i loro strumenti della disinformazione ad imbastire una schifosa campagna d’infamità, basata solo sul fango che a piene mani riescono, solo loro, a tirare in faccia al “mostro”.
Su questa mia MARCHIATURA vorrei riportare una non piccola vicenda, non tanto per ripulire la mia persona, che di questo non vi è necessità, data la mia Militanza lunga quarant’anni, e tutta alla luce del sole e basata, e non cesserò mai di ripetermi, sulla sola e grande FORZA delle IDEE. Ma piuttosto per chiarire quanto ingiustificato e illegittimo sia stato il comportamento di Procura e GIP torinesi.

     Venni arrestato (una prima volta) il 23 aprile 1981. Dopo un primo interrogatorio in cui non potevo fare altro che dichiarare la mia Innocenza, ma soprattutto, in questo frangente, i Sostituti Procuratori della Repubblica sig. Vigna Pierluigi e sig. Chelazzi Gabriele si dimostrarono per quello che erano, affermando spudoratamente il falso allorché così si espressero (verbale d’interrogatorio):
             “..facendo anche presente che numerose persone imputate di fatti
             anche assai gravi, hanno reso ampie e dettagliate dichiarazioni.”

Il 7 luglio successivo vengo interrogato dal Giudice Istruttore (dott. Vincenzo Tricomi) il quale, il giorno 21 dello stesso mese, firma la “ORDINANZA di SCARCERAZIONE per MANCANZA di INDIZI”.
In questa Istanza possiamo leggere:
            “rilevato che gli elementi a carico di Ginetti sono costituiti dalle dichiarazioni
            di Marco Donat Catin, che riferisce genericamente della sua conoscenza…
            risalente a diversi anni fa…”
   (dove sono finite le “numerose persone”?)
e più oltre:
            “Questi però per la loro genericità e indeterminatezza non sono tali da
            giustificare il mantenimento dello stato di carcerazione preventiva.”
   (dove sono le ”ampie e dettagliate dichiarazioni”?)
Ed ancora:
            “Nessun altro elemento circa la concreta partecipazione alla Banda Armata
            emerge dagli atti non potendosi ritenere prova la generica affermazione “egli
            poi faceva parte del gruppo intorno al Gianluca e uscì da P.L. con lui” in quanto
            non emerge concretamente la prova che il Ginetti abbia svolto un qualche
            ruolo nell’ambito della Banda Armata tale da qualificarne la partecipazione.”

Come si vede, in un periodo (primi anni 80) di “emergenza nazionale”, un periodo in cui si svilupparono leggi speciali, in un periodo in cui per condannare erano sufficienti “generici indizi” e pur mancando alcunché da “qualificarne la partecipazione”, si condannava solo e solamente per necessità di “Marchiare” i Militanti.
Nonostante il periodo, ripeto “Speciale”, il Giudice Istruttore comunque si guarda bene da dare suoi giudizi sui reati imputati e si limita, secondo i suoi obblighi istituzionali, alla sola valutazione delle prove e se in virtù delle medesime vi sia la necessità di provvedimenti cautelari.

     Cosa che non ha fatto l’Ufficio GIP di Torino, pur essendo in diversa situazione politica, magari per mandarci a dire che per il Movimento No Tav si è in “emergenza”. Come dirà più tardi il Ministro della Giustizia: i NO Tav sono la madre di tutte le preoccupazioni.
Nell’istanza di rigetto in mano al sottoscritto, ma vale per tutti i miei coindagati, da parte dell’Ufficio del GIP non vi è alcuna valutazione delle prove presentate. E sostiene il suo rigetto sulla sentenza che illegittimamente emette; cioè che avrei commesso i reati imputatimi.
Trasformando così il suo parere sulla validità delle prove in vera condanna e pertanto ritenendosi nel giusto, trasforma e utilizza le misure cautelari (che in quanto tali devono rispondere a ben precise e definite esigenze, che come detto sopra non sono mai esistite), in vera e preventiva pena detentiva.

     Da questo utilizzo spregiudicato della Giustizia, da questo ILLEGITTIMO utilizzo delle misure cautelari, da questo ACCANIMENTO GIUDIZIARIO e REPRESSIVO è nata in me l’esigenza di non subire passivamente e di voler dare a questa pretesa Giustizia una qualche, nonché adeguata risposta. Se vogliamo neppure tanto presa in riflessione, ma piuttosto spintovi da quella mia repulsione dei soprusi, dell’arroganza, della sopraffazione che mi ha sempre guidato nella vita e nella Militanza.

     Non avevo altro strumento che lo sciopero della fame. La forma più pacifica e non violenta, almeno se si considera la violenza contro altri, ma autolesiva, dunque violenta contro se medesimi. Eppure la GIP ha avuto modo di esprimermi il suo disprezzo pure di questa forma di Lotta, apponendo a questo un brutto c.d. (cosiddetto). Non perdendo occasione di dimostrarmi/ci il suo totale disprezzo contro chi esprime dissenso, o chi intenda Lottare e Resistere.

     In una riflessione tranquilla e dopo aver percorso questa esperienza devo dire che i risultati sono andati ben oltre le mie aspettative, forse anche perché non ne avevo. Con questo mio piccolo gesto, seppur nella sua modestia e semplicità, penso (e spero) di aver dato un contribuito al Movimento No Tav. Ricordando, che non le grandi gesta di pochi, ma il piccolo contributo di milioni di formiche possono abbattere la Grande Quercia, gloria dell’Imperatore.

   Antonio Ginetti

   Pistoia 4 giugno 2012-06-04



mercoledì 30 maggio 2012

TERMINE DELLO SCIOPERO DELLA FAME

Mercoledì 30 maggio 2012




Questa mattina il Tribunale del Riesame si è riunito in camera di consiglio per decidere della mia detenzione domiciliare. Per la sentenza dispone di 5 giorni per emetterla.
Pertanto, in tutta serenità rimango in attesa della decisione che questa istanza vorrà prendere.
Come già annunciato precedentemente, e comunicato pure ieri ai miei avvocati, con il giorno odierno intendo porre fine allo sciopero della fame.
Quando iniziai non sapevo di questa scadenza del riesame, la comunicazione mi è stata consegnato già in sciopero della fame, per cui mi ero promesso di raggiungere questa data e interrompere.
Devo dire che il mio corpo ha reagito assai bene, le analisi del sangue effettuate in due diverse date hanno evidenziato una situazione clinica buona, per non dire ottima.
Tutti i parametri sono nella norma, nessun organo è stato intaccato da questa mia azione. Ma l’impegno che avevo preso, in prima persona con me stesso, ma anche con le persone che più mi stanno vicine, e che più del sottoscritto erano preoccupate di eventuali conseguenze, mi impongono di cessare. Pur ribadendo che il corpo mi potrebbe sostenere ancora. Ma la mia scelte non era certo per mettere a prova il mio fisico.
Non so l’effetto che questo mio sciopero della fame ha prodotto negli uffici torinesi che in questo periodo dispongono delle decisioni sul mio presente. Potremmo forse affermare nullo nei confronti dell’ufficio GIP. Per quanto riguarda la Procura penso di non disporre di elementi che mi possono permettere un parere.
Sicuramente un buon risultato penso lo abbia ottenuto nel Movimento. Anche se su questo punto non spetta certo al sottoscritto fare una valutazione.
Posso peò affermare che a Pistoia ho trovato un ampio consenso, che si è trasformato in un appoggio concreto. Inoltre penso di poter affermare che sia stato ben utilizzato, parlo sempre della mia città, per una campagna di sensibilizzazione sia della battaglia No Tav, ma anche in supporto alle battaglie che si stanno sviluppando sul nostro territorio, non ultimo l’impegno del Comitato contro il parcheggio interrato in san Bartolomeo, prova ne sono le tante persone del quartiere che chiedevano di firmare, o comunque notizie sullo stato attuale del Progetto al Presidio che si è sviluppato per dieci giorni nella stessa piazza di san Bartolomeo.
Sulla utilità di questo mio gesto per il Movimento No Tav, devo lasciare che altri diano valutazioni e opinioni. Da parte mia voglio sperare che questo gesto abbia dato, seppure in misura molto modesta, un contributo alla Lotta contro l’accanimento giudiziario e repressivo scatenato con l’inchiesta del 26 gennaio.

Termino ringraziando tutti coloro, e sono tanti, che in questi giorni mi hanno espresso la loro Solidarietà, coloro che mi hanno permesso, con la loro vicinanza di poter resistere ed andare avanti senza tentennamenti fino ad oggi

ORA E SEMPRE NO TAV

IL PARCHEGGIO DI SAN BARTOLOMEO NON PASSERA’
Antonio Ginetti

martedì 29 maggio 2012

COMUNICATO STAMPA




Pistoia 29 maggio 2012 - 20° giorno di sciopero della fame


LA LEGGE (non) E’ UGUALE PER TUTTI

O se è uguale…non tutti sono uguali per la legge

Mercoledì 23 maggio la città di Pistoia viene scossa da una “atroce” notizia: il Direttore Generale dell’ASL 3, dott. Scarafuggi Alessandro, è stato arrestato. Con lui sono finiti sotto inchiesta il D.G e il direttore amministrativo dell’ASL 1 di Massa.
L’indagine riguarda l’ ASL apuana per gli anni dal 2002 al 2007, quando vi è stato un ammanco nei conti accertato di circa 270milioni di euro.
In carcere solamente il direttore amministrativo, gli altri due signori sono stati da subito collocati agli arresti domiciliari.
Leggendo i giornali vediamo un gran vociare degli amministratori che si dichiarano tutti “GARANTISTI”, a giustificazione della correttezza dei provvedimenti presi.
Io non chiedo che il dott. Scarafuggi venga arrestato in carcere, no!!
Chiedo solamente se questo GARANTISMO non valga per tutti i cittadini, dal momento che “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”, e quando si dice TUTTI si deve intendere TUTTI, al di là della posizione sociale, che poi, come si vede, a rubare sono molto bravi anche i D.G. (anzi: anche più bravi, e dei soldi dei contribuenti).
Mi si dirà che la personalità del dott. Scarafuggi, impedisce che questi si possa rendere irreperibile, che possa “inquinare le prove”, che vada a reiterare il reato.
Forse è una pura coincidenza, ma nella notte tra sabato e domenica un INCENDIO DOLOSO ha gravemente danneggiato la palazzina delle Ville Sbertoli che ospitava l’archivio ASL.
Non si è incendiata una palazzina prospiciente da cui il materiale d’archivio era stato spostato solo da poco tempo. Da cui si denota molta conoscenza ed altro.
Certamente ci diranno che erano tutte vecchie ricette da mandare al macero.
Ma sui giornali leggo: “scatoloni contenenti soprattutto ricette mediche destinate al macero” (Il Tirreno 28 maggio), e il soprattutto dice molto.
Oppure: “Dovrà essere comunque visionato foglio per fogli, sia per la possibile presenza di documenti storici e di valore che di dati sensibili” (La Nazione 28 maggio), ed anche qui gli aggettivi sono forti ed espliciti.
Lungi da me il voler implicare il dott. Scarafuggi in questo increscioso avvenimento, ma la contemporaneità dei tempi mi lascia molto perplesso.

Il sottoscritto, per reati assai minori che l’aver fatto un ammanco di 270milioni di euro (per di più nella Sanità!), si è fatto 21 giorni di carcere, e da più di tre mesi è agli arresti domiciliari. Ho fatto domanda di permesso per recarmi al lavoro (che del mio solo modesto lavoro riesco a campare la famiglia) e mi è stato negato.
Oggi sono al 20° giorno di sciopero della fame per richiedere il rispetto di un mio Diritto. Dubito molto che simile trattamento sarà mantenuto nei confronti del cittadino Scarafuggi Alessandro.



Antonio Ginetti

lunedì 28 maggio 2012

Diario di antonio

nel giorno 19° del mio sciopero della fame
continuo a pubblicare le pagine che ho scritto in carcere.



Mercoledì 1 febbraio


Sono rientrato in cella spinto dal freddo che inonda quello spazio sudicio che osano chiamare cortile. Un recinto di mt 3,5 X 5,0 con mura di cemento armato sovrastate da una fitta e forte rete. Si riesce a malapena a intravedere un pezzetto di cielo, mentre il sole non riesce a raggiungerlo neppure con un raggio. Deposito dei rifiuti della mensa in attesa di essere asportati, cosa che non sembra accada tutti i giorni, un tappeto di cicche e altre immondizie.
Ieri mi è stato comunicato che non possono trasferirmi in sezione perché, a loro dire, non vi è posto dove collocarmi. E così devo rimanere in questa cella ancora più sudicia, se possibile, tutte le 24 ore che compongono la giornata.
Ho perso la cognizione del tempo e pure dello spazio. Rimango ristretto in questo luogo che non è spazio.
Stamani sono solo, il mio compagno è stato tradotto in Tribunale. Finalmente il rumore che esce dallo schermo tace. La porta è chiusa ma il trambusto e lo sferragliare del carrello porta spesa, nel corridoio entra con violenza a rompere il vuoto. Dallo sportello del magazzino sul fondo del corridoio escono merci di ogni genere in scatoloni, sciolti, in casse. Tutto si ammucchia sul pavimento che vorrebbero pulito. E dal pavimento viene gettato sul carrello da due giovani che forse non trovavano lavoro nella vita e quindi han dovuto entrare qua dentro per dirsi lavoratori. E’ la spesa settimanale degli ospiti di questo non luogo.
Quando poi arriva il carrello con ciò che osano chiamare “pasto” lo confondo con quello della spesa, devono bussare e comunicarmi che si mangia.
Domani scade la prima settimana che queste mura, cancelli, sbarre mi ospitano ed ancora devo ingurgitare solette di scarpe spacciate per carne, pasta scotta con un qualcosa che dicono sia pomodoro, ma il colore sicuramente non lo denuncia, sorvoliamo poi sul sapore. Non sono mai riuscito a mangiare senza il pane. Appartengo ad una società oramai estinta, sono tra i residui della società contadina sul cui sudore ebbe sviluppo quella che oggi chiamano società industriale. Ma per adesso non hanno inventato il metodo di fare il pane col petrolio
Oggi pare che anche il dio dei cristiani ci abbia abbandonato.
E non ci hanno portato il “nostro pane quotidiano” !
Ovviamente la mia curiosità mi spinge a voler sapere il motivo.
Ricordo di aver letto sull’etichetta, tanto per sapere che pane si mangiava, che viene prodotto e confezionato a Milano, o Pavia. Ma potrebbe essere anche Vicenza. Domani ricontrollo.
La neve della nottata ha impedito al corriere la consegna. Difficile contestare questa affermazione, o dire che possa essere una scusa. La televisione ci ha comunicato che nevica da alcuni giorni. Il pane prodotto in toscana forse è troppo buono da sciuparlo per chi non ha alcun diritto. Non sia mai detto che si dica di essere trattati quali umani.

Antonio Ginetti

domenica 27 maggio 2012

Sabato 26 maggio
17° giorno di sciopero della fame

Anche il 17° giorno è trascorso.
Oggi ho cominciato a sentire la stanchezza.
Ovviamente non mi sono preoccupato molto, mi sono limitato a trascorrere
buona parte della giornata sdraiato sul divano: lettura e...giro d'italia.
Le gambe le sento pesanti, ma ancora mi tengono in piedi, seppure un pò meno.
Ma non dovendo uscire di casa e non avendo da fare niente, poco cambia
se invece di andare sù e giù per le scale, rimango molto sul divano.
Il fisico sento regge bene. Altri dolori per adesso non mi pare di sentirne.
Avevo detto di arrivare al 30, quando avrò il Tribunele del Riesame e sono
sicuro di riuscirci, ovviamente senza crearmi problemi fisici.
Giovedì mi pareva di aver capito che uno dei PM di fronte allo sciopero della fame
avesse pensato di darmi un leggero, leggerissimo alleggerimento dei domiciliari.
Ovviamente doveva parlarne con tutto il pool. Mi pare che abbiano deciso un bel niente.
Questi non li smuovi neppure con le cannonate (vecchio modo di dire; che non abbiano
a prendere alla lettera le parole!!!).
Ma sia chiaro che da loro a questo punto non voglio un bel niente.Il 30 deciderà il Tribunale del Riesame e non mi pare che siano della stessa pasta.
Per quanto mi riguarda intendo resistere fino al 30, e lo farò. Non mi manca
la forza d'animo che mi spinge. Senza contare tutta la Solidarietà che ho
trovato in tantissimi compagni che è ancora più forte della mia determinazione.
Se loro hanno il Potere di fare tutto ciò che desiderano, e possono anche
andare oltre la loro "legalità", sappiano che io ho tutta la dignità che mi da
la forza per non subire passivamente il loro accanimento repressivo e punitivo.

Se a loro appartiene il Potere...a noi appartiene il futuro.

Antonio Ginetti

venerdì 25 maggio 2012

DIARIO di Antonio

Riporto oggi una pagina scritta il 29 gennaio durante la mia carcerazione
in Santa Caterina in Brana


Domenica 29 gennaio


Appena i primi albori del nuovo giorno inondano la cella i miei occhi si aprono.
Vorrei dire: si aprono al mondo, ma non vivo nel mondo.
Mi alzo e cercando di non fare rumore per non togliere il sonno al mio compagno, effettuo le solite operazioni mattutine. Stamani posso anche farmi un caffè, il primo dopo un paio di giorni. Incredibile, ma vero. E non posso certo scrivere che sia merito dell’istituzione escludente del carcere, per il quale sei un senza-diritti, né un “miracolo”. La SOLIDARIETA’! Che poi, è il sangue che permette a chi viene gettato in questo inferno di riuscire a vivere. Ieri pomeriggio passa lo scrivano a chiedere se abbiamo domandine da fare. Sono nuovo, mi chiede il nome, perché sono stato condotto agli inferi. Parliamo un po’ e gli chiedo se riesce a farmi avere un caffè. Da giovedì non ne ho bevuti neppure uno. Mi dice che sì, ci penserà lui a portarmelo. Si allontana e ritorna dopo un venti minuti: mi consegna un fornellino, la macchinetta, due bicchieri di plastica pieni di polvere di caffè, una mezza busta di zucchero. Puoi tenerla un paio di giorni. Penso inutile qualsiasi commento, il gesto parla da se e dice tanto.
Sempre cercando di evitare rumori mi porto lo sgabello sotto alla finestra e sedendomi mi dedico alla lettura, con in mano il bicchiere caldo di caffè, unica libertà esistente in questo non-luogo.
Non so quanto tempo passa e si sveglia l’altro ospite della camera dell’ hotel.
Oggi è domenica, rivolgendosi a me. Cosa cambia, mi viene spontaneo. Quasi si incazza. Ma non si può dire niente, comunque è domenica. Io vado alla messa e poi ci danno il dolce.
Questa notizia dovrebbe farmi palpitare il cuore. Ci danno il dolce! Ma non succede niente. La curiosità però di vedere e mangiare un dolce me la porto dietro fino al pasto, se così si può chiamare, del mezzodì. Delusione: non avevo certo immaginato niente di speciale, ma passano con le confezioni delle crostate del supermercato. Quelle che se leggi la composizione la getti dell’immondizia, neppure riciclare si potrebbe. Una fetta. E questo ci deve essere sufficiente per distinguere la domenica dagli altri giorni, per cosa poi non lo saprei dire. Ma forse non interessa neppure a loro, oltre che agli ospiti degl’inferi.
La giornata (domenica) percorre nella solita noia. Alle 9 vado all’aria. Corro una ventina di minuti prima di cadere per terra per il giramento di testa (e di coglioni) per il giro di circa 12 metri ripetuto..ho perso il conto. Un po’ di ginnastica e lettura. Quando rientro in cella, la fortuna di una doccia calda mi ristora.
E poi si ritorna nella fumeria; il mio compagno di non fumare neppure ci pensa e di calare il numero delle sigarette, a ciclo continuo, non gli passa neppure per l’anticamera del cervello. Ieri, avevo chiesto il trasferimento in una cella accanto, vuota. Negativo. Perché? Inutile fare domande. Qui niente ha un senso. Inutile cercare motivazioni, non esistono. E la televisione sempre accesa, che palle!!
Ma oggi qualcosa accade.
Verso le 17, ma chissà che ora sarà, viene alla cella un brigadiere, mi chiede se mi chiamo Antonio, risposta affermativa; mi chiede se sono un No Tav, risposta affermativa. Provo a chiedere il motivo di tale interessamento. Mi riferisce che nel giardino dietro il carcere ci sono “i tuoi amici” che urlano, che fanno tanto casino, ci hanno anche una amplificazione e mettono la musica, ma perché tutto questo casino? Adesso è lui che chiede. Cosa dirgli? Quando si mette in carcere una persona innocente a volte può accadere di tutto. Ma mica tutti hanno gli amici che fanno il casino che fanno questi. Purtroppo no! Altrimenti vivreste veramente e felicemente male.
La sezione di transito, utilizzata anche come celle di punizione è dalla parte dell’ingresso, su via dei Macelli, non posso sentire niente. Poi questo è un budello chiuso e completamente isolato anche visivamente e non vi arriva alcun rumore del carcere, se si esclude che in fondo c’è il magazzino, e da qui parte la “spesa” settimanale, ma sono due giorni di movimento e rumori sferraglianti.
Più tardi ritorna lo scrivano, viene da me, il nome lo conosce già, mi chiede se sono un No Tav, risposta affermativa.
Nel giardino dietro il carcere ci sono un bel numero di tuoi compagni che gridano, mettono musica, fanno comizi. Hanno gridato molte volte No Tav, Liberi Tutti, gridano per l’ Amnistia. Durante l’ora di aria molti gli hanno risposto. Ma anche dalle celle diversi ci siamo uniti a gridare Liberi Tutti o Amnistia. Abbiamo sentito una ragazza che ti salutava, si chiama Katia. E poi anche altri ti salutavano. Katia ha parlato diversi minuti. Ma molti hanno parlato. E ancora sono lì a gridare. Fanno proprio bene, almeno ci stanno movimentato un po’ questa noia. E poi gridano per l’Amnistia e Liberi Tutti. Devono essere anche tanti, da quanto si sentono le grida. Molti dalle finestre gli stiamo rispondendo e gridando con loro.
Sembra felice e soddisfatto quando mi fa questo racconto. Mi dice che devo avere molti amici, lo correggo: compagni. Mi chiede cosa sia il Tav, perché sono dentro e altre cose. Non sto a scrivere la sua sorpresa quando gli dico che sono stato arrestato insieme ad altri 25 e altri 15 con altri provvedimenti ma sempre inseriti nella stessa indagine. Non scrivo la sua meraviglia quando gli ho mostrato il “mattone” delle indagini perché vedesse cosa fosse l’indagine contro il Movimento No Tav. E gli parlo del Tav e tutti i disastri e la speculazione, e tutto. E’ molto interessato e curioso di conoscere.
Anche se non sono riuscito ad ascoltare i compagni, la loro voce mi è giunta ugualmente.
Ovviamente sapere di questo Presidio sotto il carcere mi da tanta forza e posso affrontare questo periodo sapendo che non sono solo, sapendo della solidarietà dei compagni pistoiesi.
Per oggi posso ritenermi anche soddisfatto, e riesco ad affrontare questo vuoto con più tranquillità.
Domani tengo l’interrogatorio e adesso devo scrivere in bella copia il Memoriale che ho scritto e voglio consegnare. Speriamo non scenda da Torino l’avvocato d’ufficio che c’è scritto sull’ordinanza. Mi dispiacerebbe molto per lui. Domani nominerò l’avvocato il cui nome mi hanno fatto arrivare.

Antonio Ginetti


Giovedì 24 maggio 15° giorno di sciopero della fame




Ieri ho saltato il resoconto giornaliero. Giornata anonima.

Oggi sarebbe lo stesso se non fosse che mi sento un po’ su di giri per essere arrivato al 15° giorno di sciopero in condizioni, oserei dire, ottime.

Ieri e un po’ più oggi mi sento stanco, con più difficoltà vado su e giù per le scale, rimango sempre di èiù disteso sul divano. Però non ci faccio molto caso, dopo quindici giorni che non mangio, mi pare il minimo.

E sto appunto riflettendo su come sia possibile resistere senza alcun problema per tutto questo tempo. Quando ho iniziato pensavo che avrei resistito una decina di giorni. Ed invece eccomi qua al quindicesimo giorno, stanco ma con tutti i parametri buoni. Mi sto chiedendo se non ci hanno abituati a consumare oltre i bisogni del nostro corpo. Se tutto questo nostro consumo, anche di alimenti, non sia addotto dalla società dei consumi. Quando termino, mi pongo in una ottica di un solo pasto al giorno e la sera, come la mattina, un caffelatte con qualche fetta biscottata. Comincio a pensare che sia sufficiente per poter vivere. Per me sarebbe una bella conquista!! Dopo aver eliminato tutto il superfluo, per cui non necessito di lavorare molto, riuscissi anche in questo, potrei ridurre ancora il mio tempo del lavoro.

Stamani mi hanno portato i risultati delle analisi del sangue (costo: € 55,00, se questa è democrazia!), e domani ritorna il medico.

Ma già ho potuto notare che tutti i parametri sono nella norma, compresa la EMOGLOBINA GLICATA, che non so cosa sia, ma mi è parso di capire sia la più importante per il medico.

Anche lo scorso anno feci delle analisi del sangue (penso di averne fatte tre in tutta la vita), le ho confrontate e alcuni parametri sono addirittura migliorati, tipo la glicemia. La mia compagna direbbe: hai anche smesso di mangiare tutti i dolci che mangi…

Comunque la sensazione che mi trasmette il raggiungimento di mezzo mese senza alimenti e il constatare che il corpo reagisce bene, senza alcuna alterazione, che questo digiuno prolungato non mi sta creando grossi problemi, se si esclude la stanchezza, è qualcosa di veramente strano e mi lascia molti dubbi.

Con questo non intendo certo dire che potrò andare avanti all’infinito, un termine ci dovrà pur essere; e spero che intervengano prima con un alleggerimento dei domiciliari, piuttosto che verificare dove può arrivare la resistenza di un fisico, seppure resistente.

Antonio Ginetti

martedì 22 maggio 2012

Martedì 22 maggio - 13° giorno di sciopero della fame

Martedì 22 maggio




13° giorno di sciopero della fame



Questa mattina mi alzo, ma non posso prendere neppure il solito caffè, devo rimanere “digiuno”, più tardi viene una infermiera a prelevarmi il sangue per le analisi. Per mia fortuna non tarda molto. Almeno il caffè della prima mattina mi sia consesso.
Intanto la Nicoletta che era rimasta dormire a casa mia era scesa a montare il gazebo in piazza.
Bella discussione con l’infermiera sui soprusi della giustizia, sulla presunta legalità di questo stato che si basa sul furto.
La mattina scorre tranquilla e ricevo anche la visita inusuale della polizia, reparto anticrimine, ossia i responsabili della mia detenzione domiciliare. Le domande che mi rivolgono denotano preoccupazione per lo stato fisico derivante dallo sciopero della fame.
Alle 14.00 arriva anche il medico. Qualche parola, mi chiede del prelievo del sangue e mi rileva la pressione: 75/120.
E mentre mi dice che una pressione così la vorrebbero avere molti che pure mangiano due volte al giorno, si alza e mi da appuntamento a venerdì, quando avrò i risultati delle analisi del sangue.
Stamani, oltre alle mie tisane devo fare un paio di thermos di the per Nicoletta.
Al Presidio passano diversi compagni che si alternano a fare compagnia alla Nicoletta. Ma soprattutto a colloquiare con le tante persone che si fermano a parlare, a chiedere del Tav, di Antonio, del Parcheggio. Molte sono le firme raccolte sulla Lettera al GIP.
In un resoconto al termine della giornata, i compagni si esprimono in modo positivo sulla presenza in piazza del gazebo NO TAV.

 
di seguito una pagina di Diario. E' la descrizione della mattina dell'arresto
scritto in un giorno successivo, mentre ero ancora in isolamento
 
 
GIOVEDI’ 26 GENNAIO


Mi pare di sentire suonare il campanello. Risuona e lo distinguo bene. Mi alzo chiedendomi chi possa essere. Scendo le scale, guardo l’orologio:6.30. Tre ore e mezzo di sonno mi rendono difficile aprire gli occhi. Apro invece la porta. Mi si para davanti il digos Scaccia. Con lui altri tre digos si fiondano in casa. Non ho neppure il tempo di chiudere la porta e vedo due digos iniziare la salita delle scale.

Gli comunico che sono solo in casa e che nessuno può andare in giro senza il mio controllo visivo. Scaccia blocca i due e invita alla calma. Abbiamo tutto il tempo necessario. Poi si rivolge a me e comunica che sono venuti ad arrestarmi. Rimango perplesso; mi dico che devo rimanere calmo e fermo. In testa mi si accavallano mille pensieri. Tutto si sblocca allorché lo Scaccia depone sul tavolo un fascicolo alto un cinque centimetri. Gli altri sono fermi e si guardano intorno a cercare di vedere la casa. Mi comunica che devono perquisire la casa. Gli chiedo di non mettersi a disfarla , se mi dicono cosa cercano, se ci fosse lo tiro fuori senza dover distruggere niente. Cercano: uno zaino, scarponi da montagna, pantaloni beige chiari, passamontagna, una maglia azzurra. Conoscono la mia passione per la montagna e sanno che scarponi, zaino, passamontagna in casa li tengo. Anzi di zaini in casa ce ne sono 3 o 4. Gli scarponi gli vanno bene, così pure il passamontagna, per lo zaino decidono per quello più piccolo, azzurro come quello grande, anche su mia proposta; quello grande costa molto di più ed è più professionale. Saliamo le scale per andare a prendere pantaloni e maglia. Chiedo di poter andare un attimo in bagno. Porta aperta e digos che mi controlla, ma anche io controllo loro. Andiamo in camera, apro il cassetto dei pantaloni. Ce ne sono tre paia beige, scelgono il più chiaro e lo sequestrano. Maglie azzurre non ne posseggo. Controllano più volte e decidono di non prendere nessuna maglia; altri colori similari non gli piacciono, ossia non gli servono. Su uno scaffale vedono un foulard “NO TAV”. Sequestrano pure questo. Anche un giornale No Tav entra nel materiale sequestrato. Si ritorna dabbasso e mi faccio, finalmente, un caffè. Neppure mi passa per la testa di offrire.

Su un mobile a destra dell’ingresso vedono una macchina fotografica digitale (neppure mia, ma della mia compagna): gli piace e sequestrano pure questa.

Seduto al tavolo lo Scaccia termina di scrivere su vari fogli. Si passa alle firme. Una decina. Mi consegna infine il “mattone” degli atti, facendomi notare che è a colori. Sfoglio le prime pagine. Una quarantina di nomi. Mi consegna il mandato di arresto, il mandato di perquisizione. Gli chiedo se stanno arrestando tutte le persone elencate, se in tutta Italia si sta procedendo ad una tale operazione. Penso già alla campagna mediatica che si svilupperà sull’operazione, alla criminalizzazione che si tenterà di fare del Movimento No Tav.

La perquisizione deve essere fatta anche alla mia auto. Cosa ci cerchino non è dato sapere, sicuramente anche niente. Serve solo per affermare il loro Potere: ti si può fare tutto a anche di più, seppure non serva a niente. Lo si fa, punto e basta. Senza manette usciamo di casa, si controlla l’auto, parcheggiata in piazza e ci rechiamo in Questura. Non Prima di aver riempito lo zaino grande non sequestrato di abbigliamento per il carcere.

In Questura viene steso il verbale della perquisizione e del sequestro del materiale. Circa due ore per una paginetta. Hanno il tempo per portarmi alla scientifica per le foto segnaletiche e le impronte digitali. Risaliti all’ufficio digos chiedo di poter fare la colazione. Sbigottimento e perplessità. Affermo che potrei andare al bar accanto: quindici minuti e risono qui. Mi guardano sbigottiti e non riescono ad aprire bocca. Ti accompagno io, afferma infine lo Scaccia, forse conscio che stanno effettuando un’operazione solo repressiva e punitiva, che sono coinvolti in un’operazione di vera e propria ingiustizia. Non nego di aver pensato che avendo, lo Scaccia compreso (forse, lo desumo) qualcosa, per una volta si merita un caffè, quindi al bar pago il mio cappuccino con briosce e il suo caffè. Si fa rientro in Questura.

Prima di uscire affermo che in tasca mi sono rimaste le chiavi dell’auto e che questa non può rimanere in Piazza tutto il tempo che eventualmente rimango fuori (pardon: dentro…il carcere). Vi potrebbe essere necessità della Piazza vuota ed allora mi porterebbero via l’auto. Chiedo di poterle far avere alla mia compagna. Ancora perplessità: come possiamo fare? Mi fate telefonare ad Anna, e la faccio venire al carcere, oppure passiamo da casa sua. Sanno che Anna abita fuori città, ci vuole troppo tempo, optano per la telefonata e mi chiedono quanto tempo gli occorra per raggiungerci al carcere. Devo chiedere. Va per la telefonata. Così posso comunicare il mio arresto, che si sta sviluppando un’operazione in tutta Italia, che riguarda un considerevole numero di persone. Ma lei aveva già sentito un Tg ed era informata. Ovviamente non del mio arresto. Fissiamo davanti al carcere tra 15 minuti. Ai digos sembrano tanti. Basta aspettare ancora un po’ qui, dico io, ritornando a sedere. Attesa di una decina di minuti e partiamo. Faccio per uscire, mi viene davanti un digos che tiene le manette. Quale sarebbe la necessità? Chiedo. Non possiamo farci vedere uscire senza che tu abbia le manette. Da chi? Silenzio. Lo vedo fuori dove i fotografi dei giornali erano stati convocati. In macchina me le tolgono di nuovo. Procediamo piano per arrivare un po’ più tardi. Arrivati a poche decine di metri dal carcere, guardano ma non scorgono l’auto di Anna. Fermano e lasciamo che Anna ci sorpassi. Quindi arriviamo al carcere. Mi devono mettere le manette, non possono fare diversamente, devo entrare in carcere da arrestato. Ma va!!

Il tempo di salutare Anna, consegnare le chiavi dell’auto e di casa, un abbraccio (si fa per dire) con le manette (che brivido!) un bacio ed entriamo.