Cerca nel blog

giovedì 22 dicembre 2011

Lettera dell'Ordine dei Geologi della Toscana al Comune

COMUNE DI PISTOIA


Via……………


Al Dr. Angelo Ferrario
Garante della comunicazione per il piano di Piano di Recupero per il comparto di San Bartolomeo
tel. 0573-371683, e-mail: a.ferrario@comune.pistoia.it


OGGETTO: proposta di Piano di Recupero per il comparto di San Bartolomeo : documentazione geologica
Nella seduta del 1 dicembre 2011 il Consiglio dell’Ordine dei Geologi della Toscana ha preso visione della documentazione geologica allegata a supporto della fattibilità per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo per auto, in via del Pantano, nei pressi della Chiesa di San Bartolomeo - Pistoia"
La documentazione geologica consistente in una relazione datata 21 giugno 2010 e redatta dal geol. Giorgio Matassi a titolo "Studio geologico per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo per auto, in via del Pantano, nei pressi della Chiesa di San Bartolomeo - Pistoia", alla quale è stata aggiunta una copertina che reca la dicitura: "Documentazione di progetto - Progetto U.M.I. A - RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA". La relazione del dr. Matassi è in realtà solo un report delle indagini eseguite senza alcuna elaborazione dei dati e senza alcuna definizione della fattibilità dell'intervento.
La fattispecie della doppia copertina è già di per sé un fatto grave; avrebbe potuto trattarsi solo di irregolarità formale se il documento avesse avuto i contenuti delle relazione geologica e geotecnica redatta a supporto del progetto. Tale caso però purtroppo non ricorre. Il fatto diventa quindi gravissimo quando la Conferenza di servizi si esprime positivamente sul progetto, cadendo evidentemente nel travisamento (ottenuto con la copertina aggiunta) della reale natura della documentazione geologica presentata. Documentazione che, prescindendo dal titolo appostovi in seconda battuta, in nulla ottempera le prescrizioni di legge in materia di geologia circa la fattibilità di un parcheggio interrato di 3 piani, in un’area con falda a poca profondità dal piano di campagna e nell’immediata prossimità ad un complesso monumentale.

Già dal mero punto di vista tecnico è gravissimo che ci si esprima in merito alla fattibilità di un progetto di così grande impatto, senza un vero studio geologico idrogeologico e geotecnico (con grado di approfondimento e dettaglio adeguato) che definisca le criticità dell’intervento, analizzi le relative possibili contromisure di mitigazione da adottare e, di conseguenza, definisca univocamente la fattibilità o meno dell’intervento stesso.

L’approvazione dell’intervento con l’escamotage di camuffare un semplice report di indagini per relazione geologico – geotecnica, oltreché “non ottemperante” alle vigenti normative è sintomo di totale mancanza di sensibilità per il territorio, per il rilevante patrimonio storico ed architettonico costituito dal complesso di San Bartolomeo e di spregio anche per l’incolumità dei membri della collettività, che potranno risultare esposti al rischio di danni in conseguenza di scelte che avrebbero potuto e dovuto essere valutate con il necessario approfondimento.

Una progettazione sostenibile passa prima di tutto da comportamenti corretti in ogni fase degli iter procedurali.

Stante quanto sopra La invito, nella sua qualità di Garante, ad adottare le dovute misure per subordinare, come d'altronde previsto dalla normativa, l’espressione di qualsiasi parere ad una reale verifica di fattibilità geologica-idrogeologica e geotecnica.

Certa della Sua attenzione

giovedì 15 dicembre 2011

Verbale del Focus Group del 7 dicembre 2011

Il 7 dicembre 2011 alle 17, in Sala Gonfalone, Palazzo comunale, si tiene un focus

group relativo alla proposta di piano di recupero del comparto di San Bartolomeo, al

quale sono stati invitati residenti, utilizzatori ed esercenti attività economiche

nell’area. Sono presenti l’assessore ai lavori pubblici e alla mobilità Riccardo Pallini,

il responsabile del procedimento, arch. Eduardo Russo, il gruppo dei progettisti autori

della proposta di piano, il garante della comunicazione Angelo Ferrario e una decina

di cittadini.

L’assessore all’urbanistica, Silvia Ginanni, è forzatamente assente per una

concomitante riunione della Commissione Consiliare sul Regolamento Urbanistico.

Ferrario fa una breve introduzione su modalità e significato del focus group,

ricordando che fa parte di un percorso informativo/partecipativo più ampio i cui

risultati saranno oggetto di una relazione che verrà presentata agli organi competenti

all’adozione del piano.

L’assessore Pallini riassume le linee generali della proposta di piano di recupero,

sottolineando che quest’ultima si sviluppa nel rispetto delle previsioni del Piano della

Città Storica e del Piano Urbano della Mobilità.
Trattandosi di un piano di recupero d’iniziativa privata, il ruolo dell’amministrazione
comunale è quello di valutarne l’ammissibilità, per poi portarlo all’attenzione del
Consiglio Comunale.
Russo, con l’aiuto di una nota scritta che chiede di mettere agli atti, ricapitola l’iter
che ha seguito la proposta di piano, a partire dalla prima richiesta fatta nel 2009 dai
proponenti. Ricorda che tale proposta è conforme al PUM del 2006 e al Piano della
Città Storica del 2008, strumenti su cui, a suo tempo, ordini professionali, categorie
economiche e singoli cittadini non avevano espresso rilievi specifici.
Nonostante questo, proprio per la delicatezza dell’area, l’amministrazione ha
preferito seguire la strada del piano attuativo, anziché quella del mero permesso di
costruire, anche se più lunga, complessa e onerosa per i progettisti e per l’ufficio
comunale Piani Attuativi.
Ci sono state tre conferenze di servizi e la proposta dovrà ancora passare al vaglio
della Circoscrizione competente, del Genio Civile, del Consiglio Comunale. Dopo
l’adozione, ci sarà la fase delle osservazioni formali dei cittadini, che dovranno essere
esaminate prima dell’approvazione definitiva del piano.
Il progetto, per essere realizzato, dovrà infine ottenere i singoli permessi di costruire,
che verranno rilasciati tenendo conto di quanto emergerà dai monitoraggi richiesti
pre, post e in corso d’opera.
Il percorso è quindi ancora lungo, ma il metodo scelto ha già consentito di estendere
la platea dei soggetti coinvolti e di aprire una discussione più ampia, alla quale
ognuno può partecipare esprimendo la sua opinione nei modi che gli sono propri,
dall’insinuazione al suggerimento costruttivo.
Niente di quello che è stato detto o scritto è finito in un cassetto, ma è stato
considerato per approfondire meglio le questioni in gioco, nell’interesse di tutti.
Per questo ritiene positiva questa esperienza di confronto e ringrazia tutti.
Anche l’architetto Matteini, per il gruppo dei progettisti, ringrazia i presenti per il
loro contributo e presenta, con l’ausilio di un power point, le caratteristiche
fondamentali del progetto, spiegando che quest’ultimo è frutto di studi molto
approfonditi, condotti da numerosi tecnici in diversi ambiti professionali.
Le caratteristiche dell’area dietro la Chiesa di San Bartolomeo sono particolarmente
adatte alla costruzione di una struttura come quella prevista, che comunque procederà
per unità minime di intervento, che è possibile realizzare anche in tempi diversi.
La zona coinvolta comprende anche una piccola porzione dell’asilo Regina
Margherita; sono previsti dissuasori mobili per pedonalizzare l’area per
l’attraversamento dei bambini a richiesta.
Sopra il parcheggio verrà realizzata una vasta area a verde con uno spessore di
terreno sufficiente per essenze di 3/4 metri d’altezza e anche gli unici elementi fuori
terra della struttura, i corpi scale/ascensori, verranno nascosti da schermature a verde.
Illustra quindi i percorsi pedonali previsti e il dettaglio dei tre piani interrati.
Ricorda che gli studi realizzati dall’Ing. Quirini preventivano un impatto limitato
sulla viabilità dell’area, in quanto circa 110 posti saranno destinati a box auto per i
residenti e quindi i posti del parcheggio a rotazione saranno circa 200, da cui vanno
sottratti i 50 che verranno “persi” con la pedonalizzazione della piazza.
Da ultimo, servendosi di alcune slides, presenta la società che dovrà realizzare
l’intervento, la Napoletana Parcheggi del gruppo Quick, che già gestisce numerosi
parcheggi sotterranei in Italia.
Suppressa, del gruppo dei progettisti, interviene per ricordare che l’area è stata
indagata dal punto di vista archeologico con 13/14 grandi buche scavate sotto il
controllo della Soprintendenza. Non è emerso nulla di rilevante. Sono state condotte
anche indagini geologiche, naturalmente da approfondire dopo il monitoraggio della
falda.
In molte città italiane, Bolzano, Siena, Parma e altre, da tempo sono stati realizzati
parcheggi interrati senza problemi. In materia, bisognerebbe abbandonare posizioni
ideologiche e considerare quanto di buono avviene altrove. A Lucca, ad esempio,
dietro la Chiesa di San Francesco, c’è un’opera simile, sovrastata da uno spazio a
verde analogo a quello di cui stiamo parlando ed è molto frequentata dai cittadini e
anche dai bambini che hanno a disposizione una serie di giochi.
Becattini, del gruppo dei progettisti, vuole fare due precisazioni, perché ritiene che in
alcuni volantini che ha visto ci siano delle inesattezze.
La prima è che è prevista la perimetrazione dell’area in modo da lasciare invariata la
presenza della falda, la seconda è che, oltre al monitoraggio della falda stessa, è
previsto anche quello sulla staticità degli edifici. Comunque i lavori verranno fatti
con particolari accortezze, a partire da un pre-scavo a cui seguirà il getto di un solaio
a piano zero.
Ginetti, residente e membro del comitato no parcheggio sotterraneo, contesta l’orario
in cui vengono fatti i focus group. Meglio la sera dopo cena. Alle 17 la gente
lavora…
Illustra poi con l’ausilio di alcune immagini e di un documento che chiede sia messa
agli atti la sua contrarietà al progetto.
Il piano, a suo dire, prevede l’asportazione di 53.000 mq di terreno e ci vorranno
forse due anni di lavori con 10/15.000 passaggi di camion. Non ritiene credibili
quindi le analisi che dicono che l’inquinamento acustico non aumenterà, né le
previsioni che parlano di un incremento del traffico non significativo. Del resto l’Ing.
Quirini ha liquidato l’argomento in una paginetta e mezza.
Come comitato, s’intende presentare una proposta alternativa che prevede la
pedonalizzazione della piazza e la contestuale realizzazione di un parcheggio di 50
(+10) posti auto nell’area retrostante la chiesa, spostato verso il muro perimetrale
dell’Asilo Regina Margherita, mantenendo così una certa distanza dall’abside e
salvaguardando le alberature esistenti.
Nell’area restante sull’asse nord-sud si propone la realizzazione di un giardino
pubblico, con eventuale ingresso pedonale da un’apertura da realizzare nel muro
lungo via del Pantano.
Si dovrebbero poi recuperare gli spazi una volta utilizzati come circolo ricreativo, per
realizzare un centro di quartiere.
L’area attualmente occupata dal campino di calcio dovrebbe essere destinata ad orti,
recuperando con questo l’antica tradizione degli orti monastici e riallacciandosi alla
storia del territorio locale. Del resto l’amministrazione comunale ha di recente
approvato un regolamento volto proprio a promuovere la realizzazione di orti urbani.
Ginetti ritiene quindi il piano presentato dai progettisti inutile e rischioso, poiché il
dissesto idrogeologico è sempre in agguato e nessuno gli potrà garantire che mai e
poi mai nulla accadrà.
Ribadisce poi, chiedendo che venga messo a verbale, che dietro l’abside oggi c’è già
un parcheggio abusivo e illegale a pagamento. Ha fatto delle foto. Andrà alla
Guardia di Finanza per fare una denuncia.
Panconesi, residente, chiede a Ginetti se conferma quanto detto, perchè in questo caso
si va in tribunale.
Ginetti conferma.
Cristofani, del comitato no parcheggio sotterraneo, promette di usare toni più pacati e
rispettosi dei presenti e, servendosi di una nota scritta e di alcune immagini
fotografiche, che consegna agli atti, esprime la sua contrarietà al progetto e ricorda
che il comitato ha raccolto più di 1300 firme di cittadini contrari al parcheggio e che
anche numerose associazioni culturali si sono già schierate contro il progetto.
Ritiene che la realizzazione dell’opera non risolverà certo il problema del traffico, ma
attirerà ancora più auto nel centro cittadino, che invece dovrebbe essere car-free.
Chiede al garante di mettere a verbale due rilievi: il primo è che non si può parlare di
pedonalizzazione di piazza San Bartolomeo, quando il progetto prevede
l’attraversamento della piazza stessa da parte delle auto provenienti da via Bonfanti e
dirette in via del Pantano. Chi utilizzerebbe come spazio d’incontro e socialità un
luogo attraversato da un flusso di veicoli?
Il secondo riguarda quel passo del PUM che dice che l’obiettivo del piano è “la
riduzione dell’offerta di sosta da compensare in altri siti”. Compensare significa
trovare posto per i 50 stalli di sosta “persi” in piazza altrove, non aumentarne il
numero.
Ricorda infine che, a suo dire, ancora non sono state date risposte adeguate al rilievo
emerso nello scorso incontro, sull’incongruenza tra quanto disposto dall’articolo 31
del Piano Strutturale e dall’art. 60 del Regolamento Edilizio e il piano in questione.
Se proprio si vuol realizzare un parcheggio nell’area, si guardi all’area Pupilli, oggi
sede di un deposito di materiali ferrosi che non dovrebbe ospitare (mostra le foto) e ci
si astenga da un’operazione opaca e affrettata.
Cecchi precisa di parlare come residente, parrocchiano e architetto. Condivide alcuni
dei timori espressi, ma certamente la proposta di Cervellati di liberare la città storica
dalle auto dovrebbe essere compensata dalla realizzazione di parcheggi per i
residenti.
Come parrocchiano, avrebbe forse voluto che questo piano fosse stato presentato
anche prima, anche per evitare una marea di illazioni. La parrocchia è proprietaria
dell’area, ma non è il soggetto che ha scelto la Napoletana parcheggi… ha solo fatto
seguito alle previsioni del Comune.
Pallini interviene per dire che questo non è esatto. Il piano è di iniziativa privata e la
parrocchia è tra i proponenti, insieme all’Asilo Regina Margherita e alla Quick Park.
Il Comune entra in ballo solo quando viene presentato un progetto ed è competente
per la valutazione e le autorizzazioni.
Billi, residente, ritiene che dovesse essere il parroco a comunicarlo prima ai residenti,
non il Comune. Gli ha chiesto cosa stessero facendo, quando ha visto fare le buche di
sondaggio, ma le è stato risposto solo che stavano verificando se lì sotto ci fosse un
antico cimitero…
Pallini vorrebbe fare alcune precisazioni e si dispiace che alcune delle persone che
hanno posto delle questioni siano poi già andate via, senza ascoltare le risposte.
Il Comune nel 2006 si è dotato di un Piano Urbano della Mobilità. Nel 2008 è stato
approvato il Piano della Città Storica.
In questi documenti era previsto un parcheggio di 320/360 posti nell’area di San
Bartolomeo, senza entrare ovviamente nei dettagli. Tutto è stato reso pubblico e
ognuno poteva presentare osservazioni. Se la parrocchia non avesse voluto il
parcheggio, avrebbe dovuto dirlo. Ciò non è avvenuto. E anzi la parrocchia è tra i
proponenti di un progetto d’iniziativa privata legittimo e conforme alle previsioni dei
piani citati.
Il parroco ha detto una cosa vera alla signora Billi; erano quei saggi archeologici di
cui ci ha parlato prima l’architetto Suppressa.
Quanto ai timori sull’incremento del traffico, ricorda che ci sarà un sistema esterno di
segnalazione della disponibilità di posti che eliminerà il fenomeno di chi gira intorno
al centro alla ricerca di un posto.
I 50 posti auto per i residenti “persi” in piazza verranno ritrovati come stalli gialli
lungo via Porta San Marco e zone limitrofe.
Il progetto verrà realizzato con l’assetto della mobilità attuale, ma in futuro si potrà
andare in direzione di un ampliamento della ZTL e piazza San Bartolomeo potrà
diventare quasi un’estensione naturale di piazza del Duomo.
Avremo anche un’ampia area attrezzata a verde su una proprietà privata, ma di uso
pubblico, a disposizione della collettività a costo zero.
Per quanto riguarda l’area Pupilli, gli pare un’idea buttata lì senza approfondimenti e
oltretutto anche lì siamo dietro a una chiesa…
Balestrucci, del comitato residenti centro storico, ritiene il progetto molto interessante
e vorrebbe alcune informazioni per poi poterne parlare con gli altri membri del
comitato e formalizzare una posizione comune.
Per esempio vorrebbe sapere indicativamente i costi dei box in vendita, che
potrebbero risultare appetibili per chi vive nel comparto Sala e fa i conti con la
mancanza di parcheggio.
A livello personale, comprende le preoccupazioni di chi risiede in piazza San
Bartolomeo, ma ritiene che un nuovo parcheggio a servizio del centro storico
rappresenti un valore aggiunto per la città.
Suppressa sui box risponde che i prezzi saranno in linea con il valore commerciale e
comunque si dovrebbe poter recuperare il 36% con uno sconto fiscale. Per i residenti
è prevista inoltre la stipula di una convenzione con il Comune. Ci saranno infine
agevolazioni sulle tariffe notturne, anche per l’area di parcheggio a rotazione.
Pereira, residente, è favorevole alla realizzazione del parcheggio. Esprime anche
soddisfazione per l’allestimento della nuova area a verde. Vorrebbe chiedere
informazioni sui flussi di traffico in uscita in via Porta San Marco; non è possibile
invertire il flusso in via dei Baroni?
Russo risponde che in materia i progettisti hanno ipotizzato quattro diverse soluzioni
possibili. Verrà scelta quella più opportuna in una fase più avanzata. Un certo
incremento di traffico nell’area ci sarà, ma limitato.
In chiusura, il garante della comunicazione ringrazia tutti per il contributo e
comunica che il verbale dell’incontro sarà pubblicato sul sito del Comune
per la generale conoscenza.

giovedì 8 dicembre 2011

Proposta di Recupero per il Comparto di San Bartolomeo

Il Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO” di San Bartolomeo, in questi mesi si è molto speso in un lavoro di informazione dei residenti, come di tutti i cittadini pistoiesi, per far conoscere le criticità presenti nella realizzazione di un parcheggio interrato nell’area a verde che circonda il Complesso Monumentale dell’ex Monastero di San Bartolomeo in Pantano. Area volutamente lasciata, da anni, al degrado onde poter presentarsi con un piano di recupero. Ricordiamo l’abbandono degli ampi e bellissimi spazi occupati dal Circolo MCL, ricordiamo l’abbandono, di pochissimi anni addietro, del campino, già dato in affitto. Tutto questo in una ottica di portare l’area al degrado per poter essere convincenti per un suo recupero. Ma il suo recupero non può essere l’esportazione di qualcosa come circa 53.000 metri cubi di terreno per lasciar posto a 10-15.000 metri cubi di cemento armato, porre la città sotto grossi rischi idrogeologici con l’interferenza con la falda acquifera! NO! Questo non significa recuperare, ma sfruttamento speculativo.
Su questa nostra convinzione abbiamo trovato l’appoggio di tutta la cittadinanza, dimostrataci dalle oltre 1.300 firme che Vi abbiamo presentato. Abbiamo trovato il sostegno di tutta la città intellettuale dimostrata a noi nel Convegno di domenica 20 novembre e all’Amministrazione nell’incontro che questa ha avuto con le Associazioni culturali mercoledì 30 novembre.

Le molte idee che ci hanno espresso decine di cittadini comuni come alcuni tra i più stimati intellettuali della città ci ha convinti della correttezza di presentare un Progetto di Recupero di questa area lasciata, ripetiamo volutamente e speculativamente, al degrado.
Siamo i primi, quali residenti il quartiere, a volere la pedonalizzazione di via e Piazza san Bartolomeo, a volere RECUPERARE appieno questa area che pensiamo debba e possa essere restituita alla socialità del quartiere, ma volendo, con una visione più ampia, a tutta la città. Con un utilizzo completo delle capacità che essa offre in quanto a verde, in quanto a possibilità di organizzazione di spazi per bambini, per anziani, per tutto il quartiere. Per valorizzare anche in senso culturale e di recupero storico di quanto abbia rappresentato per il Monastero questa area: parliamo di recuperare parte di questa area ad ORTI.

In questa ottica intendiamo articolare e presentare un Progetto, che sia il più ampio possibile e rispettoso dei Piani di attuazione che l’Amministrazione si è data per una corretta gestione del territorio, con particolare riferimento al Centro Storico.

>>>1) Nell’area retrostante la chiesa proponiamo l’edificazione di un parcheggio, così come proposto dal Piano Cervellati di 50 (+ 10) posti-auto. Possiamo liberare così dalla sosta delle auto via e piazza San Bartolomeo, e vogliamo pensare anche via di Porta al Pantano.
Questo parcheggio può essere spostato, rispetto a quello già esistente attualmente, ricordiamo abusivo, verso il muro perimetrale il giardino dell’ Asilo Infantile Regina Margherita. Volendo in tal modo salvaguardare l’abside della chiesa, prevedendo appunto di lasciare tra questa e il parcheggio una distanza accettabile.
Tale parcheggio avrà cura di collocarsi senza arrecare danni alle alberature presenti, così come richiesto dal Piano Cervellati. Salvaguardando così i bellissimi Pini Domestici presenti in numero di tre lungo il muro di confine con via di Porta al Pantano e cinque, sempre Pini Domestici, in parallelo al muro perimetrale del giardino dell’Asilo.

>>>2) Nell’area restante nell’asse nord-sud con confini il giardino già nominato dell’Asilo ad est e l’area attualmente occupata dal campino di calcio a ovest si provvederà alla realizzazione di un giardino pubblico. Partendo dalla salvaguardia dei Pini Domestici e del bellissimo esemplare di Pioppo provvederemo alla piantagione di nuove alberature di pregio. Una siepe sarà di confine tra questo giardino e il parcheggio di cui sopra. Ossia avremo cura che tutto sia in forma naturale, senza utilizzo di murature in verticale, oltre a quelle già esistenti. una stessa filatura di alberi adeguati dividerà questa porzione dell’area recuperata a giardino con la terza che sarà rappresentata dalla porzione attualmente occupata da un campino di calcio.
Non volendo utilizzare lo stesso ingresso al giardino in comunione con le auto che utilizzeranno l’ingresso attuale, possiamo prevedere l’apertura nella muratura lungo via di Porta al Pantano di una Porta (solamente) pedonale in prossimità con il confine di questo con il giardino dell’Asilo. E lungo questa costruzione muraria si svilupperà un percorso pedonale verso il giardino.

>>>3) Il recupero degli spazi, una volta utilizzati quale Circolo ricreativo, esistenti a ovest, subito dopo l’abside della chiesa nonché nella parte iniziale di questo nuovo giardino. Sarà cura dei progettisti inserirlo nell’ambito del giardino medesimo. In questi spazi si provvederà alla realizzazione di un Centro di quartiere aperto alla socialità, ai bisogni di crescita dei bambini e dei giovani, ai bisogni di riposo degli anziani.

>>>4) L’area attualmente organizzata a campino di calcio può rappresentare un Recupero della nostra identità storica, della nostra Cultura millenaria. Possiamo riportare in questo ampio spazio quello che è stato per un millennio e più l’utilizzo di tutta l’area di pertinenza: ORTI DEL MONASTERO.

Riportare questa porzione di area ad orti significa appunto un recupero culturale di quello che ha rappresentato quest’area nel corso della vita della nostra città. Non dimentichiamoci che il Mulino Grande di San Bartolomeo nei secoli tra il mille e milledue-milletrecento era la struttura “industriale” (se ci possiamo permettere l’utilizzo di questo termine), maggiore della città. Una città, Pistoia, nata, cresciuta e sviluppatasi sulle acque. Lo stesso nostro toponimo derivante dal termine romano Pistoriensis: panificatori, ci parla di una vocazione legata alla trasformazione dei prodotti della terra. Per secoli le attività economiche della città sono state legate alla trasformazione dei prodotti della terra, e pertanto legate ai suoi corsi di acque, in specilìal modo le Gore; una terra, quella che circondava la collina dove nasce la città di Pistioia, assai fertile, tanto da convincere i romani a edificarvi, sulla collina, un Castrum lungo il percorso della via consiliare Cassia. Rimandiamo l’analisi della storia dei Mulini e Frantoi sulla cui economia Pistoia è cresciuta e si è sviluppa, alla vasta letteratura esistente.

L’Amministrazione stessa, con l’approvazione di un regolamento specifico ha compreso il valore sociale e culturale degli orti urbani.
Sarà cura dei progettisti la suddivisione di questa area in varie porzioni tali da rendere la coltivazione soddisfacente per le necessità alimentari di varie famiglie. Possiamo ben prevedere che le dimensioni possano darci la possibilità di creare un numero di orti abbastanza consistente.

La piccola porzione di terreno utilizzata per il parcheggio non pensiamo sia di grosso contrasto con la filosofia di utilizzo sociale e culturale dell’intera area, in quanto ci permette di liberare la Piazza, che con la sua futura pedonalizzazione addiverrà un tutt’uno con l’area sulla quale presentiamo questo progetto di recupero vero e reale, al servizio della socialità del quartiere come del tempo libero dei cittadini.

In questa ottica molta importanza dovrà assumere il recupero degli ampi spazi dell’ex Circolo che con un corretto utilizzo potranno permettere a tutto il quartiere e non solo di avere uno spazio di socialità, di vivibilità, di uso del tempo libero. Vogliamo immaginare uno spazio dove i nonni possono portare i nipoti e mentre i secondi corrono tra alberi su prati i primi discutono del tempo che fu al tavolo sotto l’ombra di un bellissimo Pino. E con un buon bicchiere di vino, perché no!
Per più di mille anni i monaci e i loro contadini hanno vissuto questo territorio come alimentazione del corpo e riposo dello spirito.
In un mondo sempre più in affanno e che ci induce ad una vita fatta in corsa, recuperiamo questo spazio così come lo hanno pensato e vissuto i nostri antenati.
Consegniamo ai nostri eredi questo territorio come i nostri antenati ce lo hanno saputo consegnare!


Pistoia 6 dicembre 2011

Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”
San Bartolomeo – PISTOIA

























lunedì 5 dicembre 2011

Lettera aperta

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta (spedita anche ai giornali) che un nostro aderente ha scitto ai giornali


Lo spazio per la sosta poteva essere trovato dietro la chiesa, in superficie,

dove a suo dire già diverse persone parcheggiano in modo irregolare."
Questo si può leggere nel verbale redatto dal Garante della comunicazione per il focus group del 30 novembre.
Se questo è il garante dell'informazione siamo messi bene!
Non ho detto che persone parcheggiano ecc.. Oltretutto dietro la chiesa c'è un cancello chiuso; per parcheggiare occorre avere la chiave, che il parroco consegna solo dietro compenso mensile.
Sarebbe stato corretto se avesse scritto: "dietro la chiesa, dove esiste già un parcheggio abusivo, illegale e a pagamento", come mi sono espresso.
Ma questo ovviamente cambierebbe molte cose. Ovviamente si guardano bene da verbalizzare queste parole.
Non ho alcun dubbio nel voler denunciare questo atteggiamento di un funzionario del Comune come omertà nei confronti di un ABUSIVISMO, di una ILLEGALITA'. Come del resto avviene da più di sei mesi, coinvolgendo in questa omertà il sidaco e i due assessori competenti del progetto di parcheggio interrato che lo stesso parroco, che attualmente gestisce questo parcheggio illegale (ma protetto!) intende costruire.
Ricordo che già nel primo incontro avuto a giugno avevo consegnato foto di questo abusivismo.Non saprei cosa possiamo fare contro l'omertà di questi signori. Anche i giornali hanno, in più occasioni, riportato questa notizia che certo non tengo molto nascosta. Per adesso niente ho visto muovere: parlo della magistratura, tanto sollecita a colpire poveri cristi, magari solo per aver asportato due scatole di tonno in un supermercato. La stessa cosa vorrei dire della Guardia di Finanzia, forse troppo impegnata a mantenere l'ordine pubblico dove gli operai di qualche fabbrica chiusa lottano per il loro posto di lavoro.

Pistoia 5 dicembre 2011
Antonio Ginetti

domenica 4 dicembre 2011

Convegno di domenica 20 novembre

Di seguito un abstract dell'intervento di Marco Cei, agronomo e paesaggista,
"L'area di San Bartolomeo nel sistema del verde urbano di Pistoia"

LA ZONA DI SAN BARTOLOMEO
NEL SISTEMA URBANO DI PISTOIA
Pistoia è considerata e conosciuta come la città delle piante, ma visitando il suo centro difficilmente si percepisce questa sua vocazione. Eppure le potenzialità che essa eccellesse anche nel verde urbano ci sono state ed in parte ci sono ancora.
Lo sviluppo urbano di Pistoia: prima e seconda cerchia (verde e giallo) e forma attuale data dalla terza
 
Una mappa settecentesca della città nella quale circa due terzi sono costituiti da orti

Le ampie zone perimetrali comprese fra la seconda e la terza cerchia di Mura sono state libere da costruzioni per molti secoli, ma oggi quella rimasta più ricca di aree verdi o comunque libere è proprio sul lato est, fra via Baroni, via Porta San Marco e l’Arcadia. Risulta oltremodo opportuna una verifica della disponibilità degli spazi rimasti disponibili ed una loro progettazione integrata e unitaria, per rispondere in modo sostenibile ed efficace alle necessità di giardini, parcheggi, viabilità e quant’altro la città richieda.
Una foto aere recente della città
Non è certo opportuno realizzare un intervento della portata del nuovo parcheggio interrato a San Bartolomeo prima di aver pianificato e progettato in maniera organica tutto il comparto est della città: Porta San Marco / area ex vivai Nerozzi / viale Arcadia / aree verdi via del Pelago / aree verdi via dei Giardini / aree verdi ex vivai SBI / San Bartolomeo / area Pupilli / parco della Resistenza / Fortezza di Santa Barbara. Ecco tutti gli elementi in gioco, a cui si devono sommare le aree subito fuori delle Mura, con le pertinenze dei torrenti Brana e Diecine, compresi i due cimiteri (Comunale e Misericordia).
Organizzando questi elementi c’è la possibilità di dotare Pistoia di un formidabile sistema di giardini, parchi, parcheggi, viabilità “soft” e, al contempo, recuperare alcune aree di degrado (area Pupilli, fascia davanti ai cimiteri). Altro obiettivo urbano di scala ancora maggiore è quello di coinvolgere e avvicinare zone attualmente tagliate fuori dalla città, come il parcheggio di via Cellini, Sant’Agostino e soprattutto il nuovo quartiere che sta nascendo intorno al centro commerciale Panorama, in fondo a via Sestini.
Una verifica ambientale ed urbanistica di questa zona di Pistoia, compresa fra la seconda e la terza cerchia di mura, da Porta San Marco al Bastione di S.Barbara, ci fornisce un quadro ricco di spunti e sostanzialmente coerente nei confronti del Piano di Recupero – Comparto di San Bartolomeo (Parcheggio Interrato).
Per le acque superficiali risulta molto interessante fare riferimento al sistema delle gore che ancora oggi fanno da collettori delle acque bianche e che vedono concentrarsi in questa zona est tutte le gore, oggi in gran parte tombate, a parte una breve porzione dietro via Argonauti e via dei Giardini. Per quanto riguarda il tema acque sotterranee, nello studio fatto per il Comune di Pistoia nel 2001, tutto il C.S. è classificato come zona a vulnerabilità della falda idrica ALTA, con uno spicchio che dall’Arcadia va fino a San Bartolomeo classificata MOLTO ALTA.
A livello normativo, visto lo stato non ben definito delle regole (RU adottato ma non ancora approvato), è opportuno fare riferimento a tutti i documenti che a vario titolo si sono occupati della città negli ultimi dieci anni: il Piano Strutturale, il Regolamento Edilizio, il Piano Urbano di Mobilità, il cosiddetto PIANO CERVELLATI, ed il Regolamento Urbanistico ed a questi confrontare la fattibilità di quanto proposto dal Piano di Recupero di San Bartolomeo.
·         Il Piano Strutturale, al suo art. 31 sul Centro Storico indica, fra le strategie operative, la mobilità, che “razionalizzi il sistema dei parcheggi per l’accesso comodo all’area storica, con distanze a piedi di 250-300 metri” cioè li localizza subito fuori delle mura, lasciando ovviamente ai regolamenti il compito di specificarli.
·         Nel Regolamento Edilizio all’art. 60 (Infrastrutture del territorio), comma 4, si dice: “E’ da evitarsi l’intercettazione di falde e comunque l’interruzione del deflusso sotterraneo” (ricordiamo la vulnerabilità di falda idrica, “molto alta” in questa zona).
·         Nel Piano Urbano Mobilità, fra gli obiettivi principali, viene indicato quello di “superare la condizione di squilibrio modale verso la gomma per favorire il contenimento dell’inquinamento e favorire il processo di integrazione modale”. Vengono individuati 4 parcheggi scambiatori, fuori delle Mura (Stazione, Cellini, Stadio, Pistoia Ovest), dei parcheggi di relazione, collocati in prossimità del C.S. “attraverso percorsi che conducono direttamente al parcheggio e che ritornano sulla viabilità esterna seguendo il criterio del loop”, e di quelli pertinenziali, “parcheggi destinati ai residenti e collocati all’interno del C.S. là dove si intende liberare alcune aree con alto valore storico e architettonico”. Il Piano va ancora oltre, e afferma come azione prioritaria lo spostamento della sosta dalla piazza alla zona dietro San Bartolomeo, quantificando in 50 posti auto le necessità (pag 114 – Sosta all’interno della città murata), e afferma che “è del tutto evidente che in una scala di priorità verrà data la precedenza alla realizzazione dei parcheggi in area pubblica” (pag. 117). La tavola 7.4.1 individua l’area dietro San Bartolomeo idonea al terzo tipo (parcheggio pertinenziale per residenti e destinazione) ed eventualmente l’area “Pupilli”, fra via Baroni e via Malpighi, per un parcheggio residenti e di relazione. La possibilità del parcheggio interrato dietro San Bartolomeo è comunque fra le azioni di lungo periodo e lo limita a meno di 4.000 mq e due piani interrati, mentre il progetto proposto occupa tutti gli oltre 7.000 mq dell’area e scava per tre piani.
·         Nel Piano Particolareggiato Centro Storico, comunemente detto “Piano Cervellati” dal nome del suo principale progettista, ci sono alcuni spunti utilizzabili: all’art. 1, fra gli obiettivi del Piano, al punto 2 su mobilità e sosta, c’è “l’organizzazione di un sistema funzionale di parcheggi per residenti e di parcheggi di relazione in superficie o interrati, indispensabili per la permanenza degli abitanti”. All’art. 25 (Corti, giardini e verde di pertinenza) si afferma che nei “giardini/orti dei palazzi e degli edifici complessi religiosi o civili… è previsto il restauro o, se trasformati, il ripristino secondo il disegno che si ricava dal Catasto Leopoldino e dalle cartografie storiche”. All’art. 27 (Progetti delle piazze) al comma 4 (Piazza San Bartolomeo) si propone, coerentemente con le azioni prioritarie del PUM, l’eliminazione di circa 50 stalli con la loro sistemazione nell’area alle spalle della basilica.
·         Nel Regolamento Urbanistico all’art. 63 (Parcheggi di relazione) si afferma che “in particolare per il Centro Storico, i relativi parcheggi sono quantificati e localizzati all’interno del Piano Urbano della Mobilità (PUM)”, che abbiamo visto ai punti precedenti cosa prevede per questa zona. All’art. 64 (Parcheggi: inserimento ambientale) si dice che si dovrà piantare almeno 1 albero ogni 2 posti auto, con l’obbligo di conservare le alberature esistenti adeguando il progetto alla disposizione delle piante”, cose disattese dal progetto proposto.
Si delinea quindi un quadro coerente, in quanto le informazioni (ambientali, storiche, urbanistiche) danno tutte un giudizio sostanzialmente negativo sulla previsione di un parcheggio interrato delle caratteristiche previste dal progetto presentato.

P.S. riportando qui l'intervento si è persa tutta la documentazione cartografica,
Ci scusiamo con  L'amico Marco Cei e con i nostri lettori.
Chi lo volesse completo della cartografia, può richiedere copia originale al nostro indirizzo e-mail

giovedì 1 dicembre 2011

Comunicato Stampa


COMUNICATO STAMPA

Mercoledì 30 novembre si è svolta nella sala del Gonfalone in Comune la seconda riunione per il confronto sul Parcheggio interrato in San Bartolomeo. Interessate, questa volta le Associazioni Culturali e Professionali.
Presenti una decina di Associazioni che hanno riempito la sala. Ben otto gli interventi in rappresentanza di altrettante Associazioni. Tutti gli Associazioni con il loro intervento si sono dichiarate contrarie al progetto del parcheggio. Mentre il prof. Petracchi ha suggerito l'importanza di riflettere su un’idea di città che mantenga il carattere storico e identitario senza negare la modernizzazione. Ha per questo invitato a riflettere sulle migliori opportunità tecniche e funzionali offerte da un parcheggio da realizzare nell'area del Ceppo, che a breve verrà trasferito al campo di volo.
Molti hanno affermato che gli obbiettivi dei Piani Comunali (Cervellati e PUM) prevedono una mobilità nel Centro Storico che scoraggi l’utilizzo delle auto. Mentre il parcheggio di cui stiamo discutendo si pone nell’esatto contrario. Un parcheggio, è stato detto, è attrattore di traffico. Molto interessante l’intervento del dott. Chessa, responsabile regionale dell’ordine dei geologi, che ha creato un’accesa discussione con i tecnici progettisti. I rischi idrogeologici, ossia le criticità prodotte dall’interferenza che si ha con la falda acquifera sono stati evidenziati da diversi interventi.  Molti hanno evidenziato la fragilità della zona in quanto, come ci dice l’antico nome, in Pantano, nonché il grande valore storico rappresentato dal Complesso Monumentale dell’ex Monastero di San Bartolomeo. Diversi interventi si sono spinti ad un’analisi complessiva della Mobilità urbana, con critiche e ponendo molti dubbi sull’operato di questa Amministrazione.
Infine da notare che il dott. Gianluca Chelucci, in nome dell’Associazione “Pistoia città di tutti” ha consegnato un documento di opposizione a questo progetto perché rimanesse agli atti.
In conclusione intendiamo sottolineare come tutta la città intellettuale, nonché Professionale è contraria all’edificazione di un parcheggio interrato in San Bartolomeo.
La nostra speranza è che l’Amministrazione non voglia ignorare anche queste alte voci così come sta facendo dei residenti il quartiere come delle 1.000 e più firme già presentate di cittadini di Pistoia.

Pistoia 1 – 12 -2011

Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”

martedì 29 novembre 2011

Comunicato Stampa

LA PARROCHIA PENSI AI FEDELI,AI PARCHEGGI PROVVEDA IL COMUNE

Sono in verità molti i fedeli della parrocchia di san Bartolomeo che partecipano ai lavori del comitato  anti-parcheggio. Ribadiscono le parole di don Mazzolari e del cardinale Martini sulla necessità di una distinzione dei diversi ruoli che nella moderna democrazia spettano al clero e alla società civile. In sostanza molti parrocchiani hanno bisogno di una Chiesa compagna di cammino e discernimento piuttosto che imprenditrice e realizzatrice di opere pubbliche. Questi fedeli concordano dunque che la Curia pistoiese  dovrebbe prima di tutto usare tutte le risorse a disposizione per  opere  non ancora ultimate ,come il parcheggio di superficie in Valdibrana e l’ edificio-canonica in Capostrada, che sono ferme e versano in forte stato di degrado da diversi anni. Non ha senso aprire tanti cantieri e non completarne nemmeno uno. Realizzare grandissimi parcheggi ,movimentare ingenti quantità di denaro e  cedere in gestione alla Napoletana parcheggi  il terreno vergine della parrocchia sono tutte  operazioni che competono a operatori economici qualificati o dal Comune a seguito di una pianificazione attenta. Parrocchia e Curia non sono –ad oggi-  registrate alla camera di commercio con la partita iva e forse  sarebbe quindi più  utile che si occupassero di annunciare i fondamenti evangelici della vita cristiana. Anche il resto del comitato crede che la gestione di grandi opere e di servizi debbano essere programmate dall’amministrazione comunale ed invita perciò Curia e parrocchia a rivolgere l’attenzione ad altri aspetti della vita lasciando la pianificazione territoriale ai soggetti competenti. Se invece scegliessero di competere sul mercato si registrino ad Assindustria.

Pistoia 29-11-2011
Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”
San Bartolomeo - PISTOIA

domenica 27 novembre 2011

Convegno di domenica 20

Di seguito il link per la lettura dell'intervento di Mauro Chessa


www.officinapolitica.it/mail/SBart.ppt

Comunicato Stampa

IL PARCHEGGIO DI SAN BATRTOLOMEO NON E’ NECESSARIO.

Come comitato “No al parcheggio sotterraneo” siamo  stati  sollecitati a
mandare questo comunicato dalle  numerose richieste di commercianti e operatori
economici del quartiere e di buona parte del centro storico. Molti esercenti
cittadini  hanno infatti potuto visionare che la tariffazione prevista dalla
Napoletana parcheggi spa,società gestrice della prevista struttura, ammonterà,
nero su bianco, a 2,50 euro  all’ora. Simpatizzanti  e iscritti  al comitato
con attività in centro ci fanno notare con molta preoccupazione che questa
tariffazione renderà inevitabilmente inappetibile la zona,dirottando i flussi
di persone  in altre aree con possibilità di posteggio più economiche.
Pertanto  chiedono all’amministrazione di non penalizzare le attività di tutto
quel comparto che va da via Pacini  fino alle mura e di ripensare quindi tutta
l’operazione. Se si ha veramente a cuore lo sviluppo commerciale non ha senso
chiedere 5 euro per parcheggiare la macchina per due ore.
Sono percorribili molte altre soluzioni  i cui costi non ricadano sugli utenti e
specialmente non penalizzino i negozi della zona.


Comitato “NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO”

venerdì 25 novembre 2011

Convegno di domenica 20

Di seguito l'intervento di Lorenzo Cristofeni
per Qualità dell'abitare-Libera Officina Primo Maggio

Dall'orto monastico alla comunità del quartiere


DALL’ANTICO ORTO MONASTICO AD UN VERO INVESTIMENTO PER LA COMUNITA’ PISTOIESE.
(Lorenzo Cristofani)
PAROLE D’ORDINE: scommettere sulle funzioni d’eccellenza della città,riscoprire vocazioni e favorire usi sociali.
ABSTRACT DELL’INTERVENTO.
Illustriamo la proposta : in un contesto  finalizzato all’ integrazione sociale e alla produzione di beni primari, completamente finanziato da enti opportuni ma soprattutto remunerativo nel tempo, intendiamo che l’antico orto monastico diventi un nuovo orto sinergico,uno spazio per l’arte ambientale e un luogo dell’accoglienza,questa prevalentemente legata all’ infanzia.
E’ per questo,per l’enorme portata e significato di questa iniziativa,che serve l’impegno e la responsabilità di tutte le forze pistoiesi portatrici di interessi e valori e di tutti i residenti del quartiere.

PREMESSE.
Abbiamo una chiara cultura di quale sia la qualità della vita (o dovrebbe essere) in un quartiere di una città di antico regime. In altre parole sappiamo che nell’età della globalizzazione le principali problematiche  che si vivono in una città,a detta di molti “ a misura d’uomo “, sono proprio lo stile di vita imperante,la frenesia,la sottrazione degli spazi  mangiati da automobili e la ricerca sistematica del profitto. Possiamo quindi dire che nella città a nord di piazza del Duomo e fino alle mura medicee sia urgente un ripensamento globale  dell’organizzazione urbana,degli accessi e degli spazi. Oggi quello che è conosciuto come  “ sistema delle piazze “, cioè le piazza san Lorenzo e san Bartolomeo, invece di essere valorizzato come bene culturale,quindi come spazio di socializzazione e di turismo in senso stretto, è semplicemente un parcheggio scambiatore a cielo aperto,invaso dalle autovetture di tutta la provincia. In questo senso parliamo di  diritto al quartiere e di pedonalizzazione e di spazio bene comune.Intendiamo infatti andare in questa direzione.
(Michelucci ricordava l’essenzialità di mantenere un equilibrio,in città,tra spazi e quartieri,proprio per preservare la socialità e l’identità pistoiese.-privatizzare quindi un’area come san Bartolomeo significa privare ulteriormente la comunità del diritto alla relazione e all’incontro)

I beni comuni poi,come lo spazio prima citato,costituiscono la storia di Pistoia e la nostra vocazione. Pensiamo ai pittori Bugiani e Bartolini,che ritrassero il paesaggio agricolo pistoiese in un’atmosfera di armonia che oggi difficilmente è riscontrabile. Ricordiamo che Pistoia era a inizi Novecento la città degli orti urbani e a fine anni Sessanta,però,già la situazione era più che compromessa :” il tessuto fragile del centro subisce colpo su colpo inserimenti sbagliati,senza che la Soprintendenza ai monumenti obietti qualcosa. Anzi ,sembrano interventi graditi per i ridicoli richiami stilistici a edifici antichi che dovrebbero riscattare le dimensioni abnormi la bruttezza e l’errore evidente di aver soppresso altre aree verdi .” (Da :”Il cenro storico di Pistoia,1968. Camera di Commercio,Industria Artigianato e Agricoltura.)

NUOVE FORME DI PARTECIPAZIONE E DI POLITICA.
La nostra proposta si inserisce in quel canale aperto tra amministrazione comunale e cittadini: quello del conflitto,che vogliamo superare in meglio.Frase fatta,ma non per questo meno vera, dalla protesta ad una proposta inclusiva e di fortissimo valore.
La politica,intesa come dimensione della vita sociale dell’uomo riparte da qui.La dimensione che nasce dalla percezione di un torto o un’ingiustizia subita o minacciata come nel nostro caso. Ci si interroga,vengono proposte soluzioni più praticabili e lungimiranti; ecco che attraverso il dibattito pubblico,il confronto vero tra più soggetti e la partecipazione,tutto questo diventa politica nel senso più nobile del termine.

VOCAZIONE E COERENZA CON LA STORIA
L’area dell’antico orto monastico era la proprietà terriera più estesa di Pistoia,seconda solo a quella del demanio regio. Le cronache riportano che Monna Ginevra Rospigliosi pagava l’affitto per una stalla;possiamo dire col linguaggio di oggi che parcheggiava,ma solo lei,che era nobile ed aveva quindi una forma di privilegio: l’area era un bene comune!
Questo elemento ci suggerisce di dire : dalla stalla di monna Ginevra ai 50 stalli per i residenti del quartiere ! In altre parole vogliamo interpretare letteralmente il piano Cervellati,piano per la città storica, in quanto propone di spostare i 50 posti auto dalla piazza di san Bartolomeo, per  renderla disponibile alla città e  forse ad altre funzioni  (potremmo pensare al mercato ??), all’area retrostante la chiesa.
Questo aspetto,cioè della sostituzione e non moltiplicazione –per intenderci: 50 sono e 50 rimangono,non che da 50 se ne creano immotivatamente 350 !- è ribadito nero su bianco dal PUM,piano urbano della mobilità,cui il Cervellati rimanda :” obiettivi primari del piano: recupero delle aree pregiate con conseguente parziale riduzione dell’offerta di sosta da compensare in altri siti.”

ORTO SINERGICO (cioè l’orto sostenibile). Centrali  nel dibattito culturale,economico e politico,mondiale,europeo e nazionale  sono i concetti di crisi alimentare,sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime e rilocalizzazione dell’agricltura. Per non parlare di filiera corta,km zero: sono parole d’ordine ribadite dalla nuova PAC –politica agricola comunitaria-, dal dibattito sull’EXPO di Milano dove non si fa che parlare di filiere agroalimentari negli spazi urbani e marginali. Anche a Pistoia, in occasione dei DIALOGHI SULL’UOMO , SLOW FOOD ha ribadito l’importanza di una nuova democrazia alimentare, in cui ,in un sistema diffuso e capillare,persone e comunità producono cibo per se stesse e poi gli altri ,in rete tra loro.
E poi il valore del suolo vergine,ribadito anche dal Papa,risorsa limitata e non rinnovabile,insostituibile ed essenziale per la chiusura dei cicli biogeochimici.
In ogni caso in tutta Europa,non è un caso,iniziano a diffondersi questi “ orti urbani” che possono essere terapeutici,per anziani,sociali  e per tantissime altre categorie. Sono finanziati da risorse delle ASL,delle società della salute,da fondi per le politiche migratorie ma anche da istituzioni. Gli stessi enti religiosi concedono in affitto ai cittadini lotti per la produzione ortofrutticola personale! La mensa del Papa è servita da un orto biologico coltivato nei giardini Vaticani.
Parliamo poi di orto sinergico perché è quello che, a differenza dell’agricoltura tradizionale,non dipende dal petrolio e dalla chimica di sintesi. E’ costituito da pancali coperti con pacciamatura: paglia cioè, e resti organici che lo proteggono dagli agenti atmosferici trattenendo l’umidità. Non richiede infatti aratura e il costo di gestione è irrisorio: solo un minimo impianto di irrigazione a goccia,con richiesta idrica equivalente a un decimo di quella di un orto tradizionale !
Il nostro ragionamento sembra  poi INTERPRETARE LE DICHIARZIONI DI SUA ECCELLENZA IL VESCOVO MANSUETO BIANCHI,pronunciate durante la “ settimana teologica 2007: questione ecologica e coscienza cristiana”.
Il Vescovo richiama  giustamente l’importanza di “ garantire a tutti i beni primari “ in un paradigma di nuovi stili di vita  e  sobrietà,in cui la comunità ecclesiastica (pistoiese )vè chiamata a mettersi in rete,diminuire gli sprechi  e incrementare il commercio equo e solidale. Inoltre ,sempre il Vescovo, ribadisce l’auspicio che “ l’uso delle risorse avvenga  con criteri di sostenibilità,di proporzionalità e giustizia per i popoli e per i singoli”. Inoltre “uno stile di vita a basso impatto ambientale combatte la povertà e produce giustizia”.
Questi elementi ci hanno convinto che il destino  di una parte dell’area in questione debba essere quello di un’attività che produce beni primari e integrazione sociale.  Enti che per statuto finanziano il sociale,come Fondazione Cassa di Risparmio e Istituti Raggruppati coglieranno senza dubbio la lungimiranza di questo investimento,che si ripagherà da solo e produrrà ricchezza.
Ricordiamo a proposito che l’ultimo rapporto della Caritas ( analizzato nella cronaca de LA NAZIONE 20/11/2011) evidenzia l’aumento di un forte  disagio sociale,di persone italiane e non. Le maggiori problematiche sono quelle di povertà nelle risorse materiali,seguite da quelle di disoccupazione o sottoccupazione. La povertà economica si traduce in una richiesta di beni e servizi materiali. L’attività della Caritas,ed In particolare anche quella del gruppo Caritas della parrocchia di san Bartolomeo si concretizza nella distribuzione di generi alimentari come risposta ai bisogni primari.

PISTOIA CITTA’ DELL’INFANZIA E DELLO ZOO
Sempre dalla stampa locale  apprendiamo con soddisfazione del successo del Pistoia festival,dove l’appuntamento di maggior successo è risultato essere la festa di san Bartolomeo,con 22000 presenze. In generale il Pistoia festival,a detta del sindaco,è stato reso possibile grazie alla rete di sponsorizzazioni ceh hanno sostenuto i costi e grazie alle associazioni coinvolte. Più in dettaglio è costato 266mile euro ma non ha comportato alcuno sborso per palazzo di Giano. Accentuato è il successo ottenuto dagli appuntamenti per i bambini.
Per tutto ciò riteniamo opportuno  un impegno  per creare,anche grazie a enti quali Istituti Raggruppati e Fondazione Vivarelli, appuntamenti,meno grandiosi della festa di san Bartolomeo,ma continui e permanenti con al centro i bambini,di cui il santo è protettore. In altre parole vorremmo che  istituzioni e privati  investissero in questa vocazione pistoiese rendendo  (economicamente) disponibili e fruibili parte  di spazi e strutture nell’area retrostante la chiesa,attrezzata con strutture ludiche degne della città dell’infanzia. Il tutto con il coordinamento della parrocchia.Pensiamo addirittura  a valorizzare una parte dell’area in questione con la sistemazione di un BIRD-GARDEN,un giardino per uccelli,cioè.Si tratta semplicemente di una nicchia ecologica,un giardino i cui effetti più evidente  il cinguettio e gli sgargianti colori di svariate specie di uccelli. Richiede pochissimo,uno specchio d’acqua,erba incolta,magari qualche seme , piante che fruttificano in diversi periodi dell’anno in modo che ci sia sempre qualcosa  a disposizione e piante che attirano gli insetti per gli uccelli insettivori.
QUALE  VIVAISTA NON DAREBBE IL PROPRIO CONTRIBUTO PER UN CONTESTO D’ECCELLENZA PISTOIESE,COSì INNOVATIVO ,DI VALORE (il significato pedagogico per bambini del quartiere e per la parrocchia stessa)E SEMPLICE ?
Sicuramente anche lo ZOO DI PISTOIA sarebbe disposto a collaborare a questo progetto di giardino zoologico  in miniatura della parrocchia,anche alla luce delle forti motivazioni educative prima esposte.

Nel contesto appena descritto,quindi in uno spazio di relazione e socialità,è inoltre evidente che si possa finalmente  pensare di vedere installati gli erogatori di acqua potabile,promessi dalle istituzioni al quartiere e già finanziati dal gestore del servizio idrico Publiacqua.


ARTE AMBIENTALE
La fattoria di Celle rappresenta una realtà internazionale dell’arte moderna di notevole prestigio (in effetti solo a Pistoia è poco conosciuta!!). Poiché si dà il caso che alcune aule dell’istituto d’arte pistoiese P.Petrocchi confinano con una parte dell’antico orto monastico,riteniamo che sia una buona opportunità per questo Istituto avere uno spazio aperto dove sperimentare idee e forme. Magari proprio nel senso dell’arte ambientale e poter quindi,in questo spazio, dedicare strumenti a questo filone di arte moderna e sempre nello stesso spazio permettere agli studenti di  interrelazionarsi  e confrontarsi con  esperienze e artisti della grandiosa attività della fattoria di Celle.
Senza dire che il sistema metropolitano di arte moderna incentiva queste cose.
In questo contesto ovviamente,non per scadere nel banale,ma queste cose bisogna dirle,  la parrocchia avrebbe un canone o un contributo pagato per l’affitto/concessione del terreno da parte di questa sinergia di soggetti interessati. Del resto CHI NON VORREBBE CONTRIBUIRE AD AMPLIARE QUESTO ULTERIORE SETTORE D’ECCELLENZA PISTOIESE,CHE  ATTIENE ALL’ARTE,ALLA FORMAZIONE SCOLASTICA  E ALLE VOCAZIONI PISTOIESI (scuola e verde) ?




mercoledì 23 novembre 2011

CONVEGNO di domenica 20

Di seguito l'intervetto fatto da Antonio
a nome del nostro Comitato.


Non accade spesso che un Comitato di cittadini, un Comitato di lotta impegnato in una battaglia per salvaguardare il proprio territorio dalla devastazione prodotta da qualche progetto scellerato incontri sulla propria strada Associazioni di Intellettuali, Associazioni di storici. Certo la nostra immaginazione ci aveva già portato a vedere nella SALVAGUARDIA del Complesso Monumentale dell’ex Monastero di san Bartolomeo uno degli elementi su cui batterci, insieme a tanti altri elementi che sono insiti nella nostra battaglia: pericoli idrogeologici, aumento esponenziale del traffico in un quartiere “chiuso”, salvaguardia delle alberature presenti ed altri ancora.
Come ebbe a dire la signora Lucia Gai in un incontro preparatorio a questo convegno ..”gli intellettuali devono andare incontro ai cittadini”.
Così è stato….. e così è nato questo convegno.
Un grazie alla signora Lucia Gai e Gianluca Chelucci per il loro impegno, per mettersi in gioco su una battaglia di salvaguardia del Patrimonio Monumentale che ci vede uniti in questa giornata, ma speriamo e sappiamo che così sarà anche nel prosieguo della battaglia.
La frase della signora Gai sarebbe più opportuna pronunciata per i politici, i quali sembra che si lamentino (solo apparenza e nulla più) del distacco dei cittadini dalla politica. Intanto dovrebbero essere i politici, gli amministratori ad andare alla gente, a coinvolgere i cittadini nelle scelte di gestione della cosa pubblica, nelle scelte di gestire la città.
Così non è.
Noi abbiamo saputo di questo progetto non grazie all’impegno di amministratori di coinvolgere i cittadini, ma esattamente il contrario.
Nell’autunno 2010 dalle nostre finestre abbiamo assistito a dei lavori sul campino dove dovrebbe edificarsi il parcheggio. Chiesto agli operai cosa stessero facendo la risposta non destò in noi molte curiosità: saggi di scavo archeologico. Normale che in una città quale la nostra, in una zona a ridosso del primo manufatto architettonico edificato, tuttora in uso si effettuassero saggi di scavo archeologico. Diverso il discorso allorché nel marzo-aprile di quest’anno abbiamo visto la presenza di trivelle e i lavori che si sono protratti per diverso tempo. Solite domande e risposte, questa volte evasive. Poi si viene a sapere che effettuano ricerche idrogeologiche, ricerche sulla falda, ricerche sulla composizione geologica dei terreni in profondità. E qui la curiosità si fa avanti. Non è facile sapere qualcosa. Ma Pistoia è piccola e basta un amico “inserito” e si viene a sapere che si sta operando in previsione di un progetto di parcheggio interrato.
L’amico ci dà varie informazioni, altre le si trovano con altre conversazioni, ma ancora non conosciamo bene cosa si sta ipotizzando. Questo però ci è bastato per allarmarci, e parlo dei 15 appartamenti dell’immobile attualmente occupante la parte sud dell’ex Monastero. Si organizza un’Assemblea di condominio e tutti esprimono le loro paure, i loro disagi di fronte all’ipotesi di un cantiere a pochi metri dal muro perimetrale dell’immobile, il loro disagio a sapere di un cantiere che sbancherà per oltre 10 metri tutta l’area del campino.
Nasce la necessità di appellarsi al Sindaco. Lo facciamo con una lettera e chiediamo un incontro.
Di questo incontro ci rimane la nostra frustrazione nel vedere il sindaco armaneggiare per tutto il tempo il suo cellulare, i due assessori interessati al progetto a dichiararsi stupefatti delle nostre informazioni, oseremo dire incazzati perché eravamo informati su quanto essi stavano tramando, in combutta con la CURIA, sui terreni a ridosso, ripeto, delle nostre abitazioni.
Non una, ma una che fosse una, volta hanno nominato il parcheggio interrato. Non abbiamo alcun dubbio a definire questo atteggiamento col termine di OMERTA’.

Delusi e amareggiati da questo incontro che non è stato un incontro: nel senso che niente hanno recepito, né avevano intenzione di farlo, di quanto da noi affermato; nessuna risposta alle nostre domande; nessun chiarimento sui loro propositi. Niente di niente!

A noi non è rimasto che la decisione che questo non doveva passare inosservato alla città.
Abbiamo deciso, ricordo: gli inquilini di un immobile; di far conoscere alla città quanto si andava a progettare sulle nostre spalle.
Abbiamo avuto un riscontro inaspettato al nostro intervento informativo. Tutto il quartiere si dichiarava contrario, in città abbiamo ottenuto grosso sostegno.



E da questa rispondenza è nata l’esigenza di una Assemblea di quartiere, che però coinvolgessi anche tutta la città. Assemblea ovviamente organizzata in Piazza San Bartolomeo, per ribadire la nostra volontà di riportare questo spazio alla socialità del quariere.
In questa occasione, intendiamo sottolineare, che l’Amministrazione Comunale e la Curia, esecutrice dell’operazione speculativa ricordiamo,  hanno voluto inviarci un messaggio chiaro e deciso: l’operazione si farà, e se vi volete opporre fate pure, ma trasformaremo il tutto in un problema di ordine pubblico. Questo messaggio ci è stato inviato con l’”occupazione” militare della piazza: per una Assemblea di quariere c’era la presenza di circa 40 tra polizia, carabinieri e tutto il reparto digos schierato.
Ancora più ridicoli si sono dimostrati allorché si è organizzata la prima riunione del Comitato, nato nel Assemblea del 14 luglio, anche questa convocata nella Piazza (e se adesso abbiamo cambiato sede lo si deve solamente al tempo meteorologico): per la riunione di un Comitato di cittadini abbiamo avuto la “presenza” di ben 15 sempre tra polizia e carabinieri e ovviamente tutto il reparto digos.

La prima mossa del Comitato è stata la decisione di scrivere una petizione popolare e di raccogliere su questa le firme dei cittadini. Con un risultato inaspettato: più di mille firme in pochissimo tempo, e tuttora, quando possiamo andare a fare il banchetto il sabato mattina sul mercato, decine di cittadini vengono a firmare. Ovviamente non sono state prese neppure in considerazione dai nostri Amministratori, troppo impegnati nel servilismo verso la Curia da poter pensare ai cittadini.
Qui occorre evidenziare cosa intendono i nostri Amministratori, ci riferiamo in particolar modo agli assessori Pallini e Ginanni, per confronto con i residenti, con i cittadini.
Abbiamo organizzato, per il sabato 4 ottobre, una conferenza stampa e convocato gli assessori di cui sopra da poter consegnare le prime 1.000 firme.
Ovviamente, scusateci la ripetizione, sempre in piazza San Bartolomeo.
Non solo gli assessori si son ben guardati dal venire. Per loro democrazia non significa evidentemente: i politici che vanno dai cittadini, ma l’esatto contrario: ossia i cittadini devono andare dai politici, per chiedere, magari genuflessi e a capo chino.
Addirittura ci hanno risposto, proprio così: CI HANNO RISPOSTO ancor prima che noi parlassimo con i giornali. Ovviamente, tutta la campagna d’informazione da noi condotta, tutte le domande che gli abbiamo posto han fatto sì che sapessero cosa noi intendiamo volere. E nella loro risposta hanno dimostrato tutta la loro falsità e la loro menzogna, anche se non ne avevamo necessità: ce lo avevano già chiaramente dimostrato.
L’aumento del traffico hanno scritto, senza alcun pudore, sarà del 4%.
Vediamo come hanno tirato fuori questo dato. Ovviamente lo hanno fatto con una consulenza esterna (quando si vuole i soldi si trovano!).

La percentuale di traffico veicolare secondo questo “ingegnere del traffico” nasce dal prendere l’ora di maggiore traffico nel giorno di maggiore affluenza in città. E questo è il traffico veicolare medio. Ovviamente che in altri orari e altre giornate ci sia meno della metà di macchine che percorrono le strade del centro niente importa. Ha calcolato quante macchine in un’ora normale di una giornata normale frequenteranno il parcheggio.

Così è nato questo dato del 4%. Primo: si è preso tutto il traffico, per di più come detto, il massimo di tutta la città. Mentre le auto che usufruiranno del parcheggio passeranno solamente dal quartiere di San Marco.

Come chiamare questa “operazione” se non falsa?

E con la stessa falsità ci hanno parlato di Un bellissimo giardino che nascerà sopra il parcheggio. Ricordiamo un po’ di dati: 4.700 metri (quasi mezzo ettaro) sarà la dimensione del parcheggio. Sulla soffittatura di questo, ovviamente in solido cemento armato verrà riportato un metro di terra. Ma quale giardino con un metro di terrà? alberi? sorvoliamo

Il Comitato ha presentato agli uffici del Comune e agli Enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi varie osservazioni, ha posto varie domande. Cosa abbiamo avuto in cambio: NIENTE di NIENTE!



Il Comitato, dicevamo, ha presentato una prima lista di 1.000 firme di cittadini, tra cui diverse figure significative e importanti della città, sia del mondo intellettuale ma anche economico, nonché più della metà dei residenti (esclusi i minorenni) del quartiere.

Che fine hanno fatto, vorremmo chiedere agli Assessori e al Sindaco? Non sarebbe un atto di Democrazia ascoltare questi cittadini ancor prima che la CURIA con la sua speculazione?
Ovviamente abbiamo consegnato copia di queste firme anche alla Curia con la richiesta di un incontro. Risposta: nessuna. Questi, della loro speculazione non intendono neppure parlarne con i cittadini.

Molto potremmo dire delle osservazioni da noi fatte, dei dubbi da noi posti, delle domande  fatte…ma il tempo non ci permette di elencare tutto il nostro lavoro. Potete però leggere nella seconda parte del DOSSIER, nell’Allegato tutto questo.

Ripetiamo: Democrazia significa governare, gestire la cosa pubblica per il popolo. Ma davvero così è oggi in Italia? Il comportamento sia dei tecnici che degli Amministratori non pare sia in questa direzione. Si rifiutano di venire a prendere le firme, si rifiutano di ascoltare i cittadini, dimenticano in un cassetto 1.000 e più firme. Però devono dimostrare di essere democratici, di portare avanti questo scellerato progetto non per servilismo ma per gli interessi dei cittadini. Ed allora organizzano un Forum telematico: vorremmo sapere quanti vi hanno risposto. Spero ce lo vogliamo comunicare. Organizzano riunioni in Comune con le associazioni di categoria, con le associazioni culturali; ed infine invitano i cittadini ad andare ad ascoltare le loro belle falsità le loro menzogne.

Rubo ancora pochi secondi e termino sulla democrazia del loro percorso riportando l’intervanto del delegato della Soprintendenza ad esempio di quanta demagogia e ipocrisia, e solo queste, abbiano utilizzato nella loro presunta fase istruttoria. 

Riprendiamo dall’allegato “E”  al verbale della terza riunione della Conferenza dei Servizi (riunione del 05/10/2011)

“Pur rinnovando, in linea di massima, una valutazione preliminare di compatibilità della destinazione a parcheggio interrato dell’area a resede del complesso di San Bartolomeo, si fa presente che nello sviluppo della fase istruttoria e in precedenti incontri sono state richieste modifiche e integrazioni della documentazione progettuale, in particolare per quanto attiene alla prossimità del fronte di scavo rispetto ai corpi di fabbrica del complesso conventuale, richiedendo un arretramento di circa cinque metri dal piede degli edifici, al fine di garantire una più efficace salvaguardia delle strutture edilizie”.

Ma lo stesso risultato lo ha leggendo anche le osservazioni degli altri uffici ed Enti.
Solo la mancanza di tempo ci impedisce di leggere ancora, però rimandiamo alla lettura, chi avesse dubbi e fosse interessato a tutta la documentazione che potete trovare sul sito del Comune.
Non possiamo però non leggere quanto ridicoli sono i progettisti lautamente pagati dalla SPA e dalla Curia.
A proposito dei disagi prodotti dal cantiere, specificatamente in questo caso dalle decine di camion impegnati al trasporto di qualcosa come circa 53.000 metri cubi di terreno asportato.   

      5.5.3   Diffusione di rumori
      Premesso che da uno studio apposito sulla mobilità ed il traffico dell’area –citato
      nella Valutazione Integrata a corredo della documentazione di progetto dell’U.M.I. A –
      allo stato attuale la parte di città limitrofa all’area di cantiere è interessata ad un traffico
     abbastanza consistente, non è prevedibile che il transito degli automezzi sia in 
     entrata che in uscita dall’area di cantiere possa incidere significativamente
     sull’inquinamento acustico presente nell’area

Della serie: siete già ridotti male, cosa volete che sia ridotti ancora peggio.



Andiamo a terminare questo nostro intervento con la domanda con cui forse dovevamo iniziare:

      Dove sta l’utilità di questo parcheggio?
      E’ veramente necessario?

Nel nostro DOSSIER potete leggere la pagina 106 dal P.U.M. :“ANALISI DELLA SOSTA”, dove si riportano i risultati di una indagine sulla sosta nel Centro Storico.
Ad una offerta complessiva, ripetiamo all’interno della “città murata” di 4.551 posti auto.
Abbiamo la domanda di necessità di parcheggio di 4.095 in ora di punta dei giorni infrasettimanali medi, che aumentano a 4.516 nei giorni di mercato.
Abbiamo uno scarto di alcune centinaia di posti auto in esubero.
Inoltre dobbiamo ribadire che la nostra zona, la zona est di Pistoia è servita dal parcheggio scambiatore di via Cellini: sebbene uno dei più utilizzati (in quanto gratuito?) non lo vediamo mai completo nei suoi posti auto.

Abbiamo il parcheggio interno all’ospedale del Ceppo: 200 posti sono riservati al personale, ma 134 sono blu ossia utilizzabili a pagamento da tutti: mai possiamo vedere questo parcheggio (nei posti blu, ripetiamo) con più della metà dei posti occupati.
E questo parcheggio tra due anni sarà nella sua completezza (340 stalli) a servizio completo della città.
Diverso discorso per il viale Matteotti, dove non vi è parcheggio, ma posti in sosta “TOLLERATA” come si legge a pagina 106 del P.U.M.: sempre completamente esaurito.
questo per ricordare che si preferisce parcheggiare possibilmente gratuitamente.

A pagina 9 del DOSSIER riportiamo le tariffe che la ditta effettuerà. Come pensano di essere competitivi con i costi del Parcheggio Pertini, 2 euro tutta la giornata?

Ma ritorniamo alla domanda iniziale.
Quale risposta abbiamo ottenuto: nessuna, ovvio.

La risposta però è chiara e precisa: NON VI E’ ALCUNA NECESSITA’ DI QUESTO PARCHEGGIO INTERRATO.
Ed allora? diciamo e gridiamo forte: è solamente un’operazione speculativa della CURIA.

Piuttosto ripetiamo anche qui la nostra proposta, che oltretutto nasce dall’accettazione del Piano Cervellati: LEGALIZZARE, ripetiamo Legalizzare, ossia portare alla luce, riportare alla legge un parcheggio che già esiste dietro la chiesa. Un parcheggio abusivo, illegale, a pagamento. Per il quale non un euro viene versato di tasse. Tutto abusivo. Ma quando parliamo di questo tutti, tecnici e amministratori diventano come le tre scimmiette: non sentono, non vedono, non parlano.
Eppure il parcheggio che il Piano Cervellati prevede per la liberazione della piazza, che il P.U.M. prevede quale alternativa al parcheggio in piazza già esiste. E’ solamente necessario far rispettare le leggi. Ripetiamo: RISPETTO DELLA LEGGE. O forse il prete e la CURIA sono al di sopra delle leggi?
La nostra proposta, che ripetiamo, nasce dal Piano Cervellati è di portare i 50 stalli presenti in via e piazza San Bartolomeo dietro la chiesa, mantenendo la situazione attuale. Si avrebbe l’occupazione di meno di 1.000 metri dei 7.700 di tutta l’area. Si potrebbe pertanto parlare veramente di un giardino pubblico ad iniziare dal mantenimento delle alberature presenti. Inoltre intendiamo proporre di utilizzare il campino, abbandonato da anni (così come si sono abbandonati gli ampi spazi dell’ex Circolo MCL, così come si è voluto abbattere la struttura che ospitava il gioco delle bocce: il tutto in previsione della edificazione del parcheggio interrato) per la costruzione di “ORTI URBANI”. Sarebbe un ritorno al passato: L’ANTICO ORTO… era il titolo di questo Convegno. Sarebbe un mettere a disposizione del quartiere uno spazio già in tal senso utilizzato, anziché utilizzarlo per una speculazione e una cementificazione.